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«Così lei non entra», cittadina respinta in Comune perché indossa i bermuda


	A destra il cartello affisso in Comune
A destra il cartello affisso in Comune

Succede a Bacoli: e spunta un cartello che spiega il “dress code” da tenere per accedere in municipio

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Nel pieno dell’estate, con Bacoli affollata di turisti e residenti, esplode la polemica attorno a un cartello comparso all’ingresso del municipio della località nella Città metropolitana di Napoli: si vieta l’accesso agli uffici comunali a chi indossa «abiti non adeguati», con riferimento esplicito ai pantaloncini. Una decisione che sta sollevando non poche critiche. A finire al centro dell’attenzione è l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Josi Gerardo Della Ragione, accusata di aver introdotto una sorta di dress code che – secondo alcuni – discrimina e limita il diritto dei cittadini ad accedere ai servizi pubblici, specialmente in un periodo dell’anno in cui le temperature superano spesso i 35 gradi.

Il caso: cittadina respinta agli sportelli

A far scattare le proteste è stato l’episodio che ha visto protagonista una cittadina, in bermuda al ginocchio, respinta dagli sportelli comunali proprio per via del suo abbigliamento. Il caso è stato denunciato dal consigliere regionale Diego Venanzoni, che ha definito l’intera vicenda «inaccettabile». «Il rispetto del decoro non può mai diventare uno strumento per umiliare le persone», ha dichiarato Venanzoni. “«Non siamo davanti a una norma di buon senso, ma a un regolamento anacronistico, che rischia di far passare Bacoli come una città chiusa e ostile».

La critica: «Il decoro si misura nei servizi»

La polemica non riguarda soltanto il contenuto del divieto, ma anche il messaggio che trasmette in un contesto pubblico. «A fronte di carenze nei servizi e difficoltà burocratiche quotidiane, l’amministrazione sceglie di misurare la serietà delle istituzioni con la lunghezza di un pantalone», ha aggiunto Venanzoni. «Il decoro si difende offrendo servizi di qualità, non escludendo i cittadini per un paio di bermuda. Serve accoglienza, non giudizio». La richiesta, ora, è quella di un immediato ritiro del provvedimento. E in molti si chiedono se, in una località che vive anche di turismo, la priorità debba essere davvero l’abbigliamento dei cittadini in fila agli sportelli.

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