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“Pos pirata”, soldi rubati senza usare il Pin: cos’è lo strumento che i ladri avvicinano ai portafogli


	La tecnica del "pos pirata" (Foto: TikTok)
La tecnica del "pos pirata" (Foto: TikTok)

Uno degli episodi più eclatanti collegati a questa vicenda riguarda un presunto furto da 9.000 euro avvenuto a Roma

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In un attimo portano via i soldi dal vostro conto corrente senza che ve ne accorgiate. Grazie a un dispositivo stretto tra le mani e avvicinato al portafogli del malcapitato. L’ultima frontiera del furto è quella del “Pos pirata”. Si tratta di un apparecchio portatile che, secondo alcune ricostruzioni, sarebbe capace di sottrarre denaro da carte e bancomat semplicemente avvicinandosi alla vittima, senza la necessità di inserire il codice PIN. L’origine di questa vicenda è un’indagine condotta dai carabinieri di Napoli, che durante una perquisizione nella zona di Sorrento hanno sequestrato un dispositivo sospetto a una donna di 36 anni. Secondo quanto emerso, il lettore Pos sarebbe stato usato per compiere piccoli furti in modo discreto, avvicinandolo fisicamente alla carta delle vittime.

Il caso a Roma

Uno degli episodi più eclatanti collegati a questa vicenda riguarda un presunto furto da 9.000 euro avvenuto a Roma. Tuttavia, al di là di questi casi singoli, non sembrano esserci elementi che indichino l’esistenza di una truffa strutturata e diffusa su larga scala in Italia. Le immagini mostrate dal TGR Campania, utilizzate per illustrare la tecnica, provengono in realtà dall’estero. Il video, che mostra due donne avvicinarsi a un uomo per sottrargli denaro in modo fraudolento, è stato più volte condiviso online ed è stato recentemente rintracciato su un profilo Instagram brasiliano (@adibinfo), dove si specifica chiaramente che la scena si svolge in Brasile.

Le truffe con Pos esistono, ma seguono altre modalità

Le truffe legate ai dispositivi Pos non sono una novità a livello internazionale, ma i metodi più comuni sono diversi da quello al centro dell’inchiesta di Sorrento. In Canada, ad esempio, sono stati segnalati casi in cui i truffatori sostituiscono i terminali nei negozi con apparecchi manomessi, riuscendo così a intercettare dati sensibili o fondi dei commercianti. Questi episodi, per quanto reali, non prevedono l’utilizzo di dispositivi in grado di effettuare addebiti in maniera autonoma e senza autorizzazione diretta dell’utente.

Tecnologia o suggestione? I dubbi restano

Affinché un dispositivo Pos possa realmente effettuare transazioni senza PIN e senza limiti, servirebbe un livello di tecnologia avanzato che – allo stato attuale – difficilmente può essere associato a un uso criminale su larga scala. Per questo, almeno per ora, l’episodio di Sorrento appare come un caso isolato, su cui gli investigatori stanno ancora cercando di fare piena chiarezza. L’allarme diffuso sui social, alimentato da video fuori contesto e notizie poco verificate, va quindi letto con cautela.

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