Il Tirreno

Dalla Commissione europea

«Su Temu in vendita prodotti tossici»: la lista degli acquisti online da evitare per non rischiare problemi di salute


	Temu nel mirino della Commissione europea
Temu nel mirino della Commissione europea

Secondo la Commissione, la piattaforma non avrebbe implementato misure adeguate per monitorare e rimuovere i prodotti pericolosi

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La popolare piattaforma di e-commerce Temu, arrivata sul mercato europeo con offerte aggressive e prezzi stracciati, è finita nel mirino dell’Unione Europea. Un’indagine condotta dalla Commissione europea ha evidenziato gravi criticità legate alla sicurezza di molti articoli venduti sul portale, sollevando forti preoccupazioni per la tutela dei consumatori e la concorrenza nel mercato interno.

Articoli a rischio: tra ciucci, occhiali e cosmetici tossici

L’indagine, che ha incluso anche operazioni di acquisto simulate (“mystery shopping”), ha portato alla luce numerosi prodotti non conformi agli standard UE. Tra quelli considerati più pericolosi figurano ciucci per bambini con parti facilmente staccabili, occhiali da sole privi di protezione UV, impermeabili contenenti sostanze nocive, e persino cosmetici sprovvisti di etichette o con ingredienti vietati in Europa. Nel settore dell’igiene personale, su tredici prodotti analizzati, nove sono risultati privi della lista degli ingredienti, un fatto che mette a rischio persone allergiche e mina la trasparenza richiesta dalla normativa comunitaria. Sono stati individuati anche composti vietati come Lilial, noto per la sua tossicità sull’apparato riproduttivo, e Zinco Piritione, bandito da shampoo e creme per i suoi effetti nocivi.

Violazioni potenziali al Digital Services Act

Secondo la Commissione, Temu non avrebbe implementato misure adeguate per monitorare e rimuovere i prodotti pericolosi. La piattaforma – che fa capo a una società cinese – rischia ora di violare il Digital Services Act (DSA), il regolamento europeo entrato in vigore per garantire maggiore sicurezza e trasparenza sui mercati digitali. L’analisi sottolinea che Temu non sarebbe in grado di identificare efficacemente i cosiddetti “venditori disonesti”, ovvero coloro che riescono a tornare online anche dopo la rimozione dei loro prodotti irregolari. Il sistema di verifica e controllo risulterebbe impreciso e basato su dati generici, anziché su un'analisi puntuale del proprio marketplace. Henna Virkkunen, vicepresidente della Commissione per la sovranità digitale, ha dichiarato: «I cittadini europei acquistano online con la fiducia che i prodotti siano sicuri e conformi. Secondo la nostra valutazione preliminare, Temu non sta rispettando gli standard richiesti». 

Concorrenza sleale verso le imprese locali

Non si tratta soltanto di sicurezza. Il commissario europeo alla Giustizia Michael McGrath ha espresso timori anche per gli effetti distorsivi che la piattaforma esercita sulla concorrenza: «Il successo di Temu ha generato una pressione enorme sulle economie locali. Le imprese europee, soggette a controlli e regolamenti stringenti, devono oggi fronteggiare venditori che non rispettano le stesse regole».

La replica di Temu e i prossimi passi

Temu ha risposto alle accuse con una nota ufficiale in cui afferma di disporre di strumenti proattivi di monitoraggio, sistemi di verifica dei venditori e collaborazioni con enti certificatori riconosciuti a livello globale, come TÜV SÜD, SGS, Eurofins e Bureau Veritas. La società ha inoltre assicurato l’impegno per garantire che i prodotti siano conformi agli standard di sicurezza europei. Nei prossimi mesi, la Commissione analizzerà le controdeduzioni della piattaforma prima di adottare eventuali sanzioni. In caso di conferma delle irregolarità, Temu rischia multe fino al 6% del fatturato annuo globale, oltre a possibili ordini obbligatori per rettificare le pratiche scorrette.

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