Il Tirreno

Il lutto

Suicidio assistito in casa, addio alla giornalista Laura Santi: il toccante messaggio d’addio – Video

Suicidio assistito in casa, addio alla giornalista Laura Santi: il toccante messaggio d’addio – Video

Ha scelto questa strada a 50 anni dopo una lunga battaglia legale: “Non pensate al fatto che sono morta, pensate a come sono stata costretta a vivere”

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Laura Santi, giornalista 50enne perugina, collaboratrice del Corriere dell'Umbria, è morta ieri. Ha scelto di morire dopo una lunga battaglia legale, con la quale recentemente aveva ottenuto la possibilità dell'eutanasia. E' la prima persona in Umbria ad avere avuto accesso al suicidio assistito. Laura ha voluto una collega al suo fianco negli ultimi momenti di vita e il Corriere dell'Umbria sta preparando un numero speciale per ricordarla. "Ho vinto. Sulla malattia, sulla sofferenza, sul dolore, sulla schiavitù, sulla progressione della sclerosi multipla, su questa vita tremenda. Non pensate al fatto che sono morta, pensate a come sono stata costretta a vivere negli ultimi anni e sorridete sapendomi finalmente libera".

Il ricordo della collega 

"Ce lo hai ripetuto fin quando sei rimasta con noi. Custodite la mia memoria e non siate tristi, io sono già altrove”, ti sei raccomandata. E, come sempre hai fatto in quest'ultimo tratto di strada insieme, sei stata tu a infondere serenità in chi hai voluto accanto. Perché eri già in pace" scrive nel suo articolo la collega Francesca Marruco.

Il sostegno del marito e l’impegno dell’associazione Luca Coscioni

"Dopo oltre 25 anni di malattia, con un peggioramento inarrestabile nell'ultimo biennio e una progressione che non ha concesso una tregua nemmeno nelle ultime settimane, Laura, sempre sostenuta dal marito Stefano - custode delle sue paure, dei suoi movimenti, della sua sopravvivenza e del suo cuore - ha deciso di concedersi la libertà di porre fine alle sue sofferenze. E per farlo purtroppo, con un corpo ormai quasi completamente paralizzato - ad eccezione di una mano - e fonte continua di dolore, con una malattia senza cura che come unica certezza ha l'aggravamento irreversibile, c'era per lei solo un modo. Quello per cui, affiancata dall'associazione Luca Coscioni, ha lottato a suon di ordinanze del giudice prima e diffide poi. Le ultime firme, per dare gambe a quel diritto che commissione medica Asl e comitato etico regionale le avevano riconosciuto a novembre scorso, sono arrivate solo poche settimane fa. Ma alla fine, grazie alla buona volontà di qualche politico fuori dagli schemi, si sono materializzate anche quelle" si legge ancora sul sito del quotidiano umbro.

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