Referendum, il doppio flop del quesito sulla cittadinanza: niente quorum e i “No” superano il 30%
Nel dettaglio, il quesito proponeva di modificare la normativa vigente, riducendo da dieci a cinque anni il periodo minimo di residenza necessario per ottenere la cittadinanza italiana
Il dato sull’affluenza ai referendum abrogativi è stato deludente su tutta la linea per i promotori, ma tra i cinque quesiti sottoposti al giudizio degli elettori ce n’è uno che ha fatto segnare un doppio insuccesso. Non solo la consultazione non ha raggiunto il quorum, ma il referendum sulla cittadinanza agli stranieri ha raccolto consensi significativamente più bassi rispetto agli altri temi, tutti incentrati sul lavoro.
I dati
Nel dettaglio, il quesito proponeva di modificare la normativa vigente, riducendo da dieci a cinque anni il periodo minimo di residenza necessario per ottenere la cittadinanza italiana. A scrutinio ancora in corso (qui il dato aggiornato in tempo reale), con quasi 33mila sezioni scrutinate, la percentuale dei voti favorevoli si aggira tra il 60% e il 65%, contro oltre l’80% registrato per gli altri quesiti, quelli relativi al diritto del lavoro. Una differenza di circa venti punti percentuali che ha tutto il peso di un messaggio politico.
Un esito che ha ribaltato le aspettative
Alla vigilia del voto, molti osservatori ritenevano che proprio il referendum sulla cittadinanza potesse essere il più efficace nel mobilitare gli elettori. La chiarezza del quesito e la rilevanza del tema lasciavano pensare che potesse avvicinarsi, o addirittura trainare, il raggiungimento del quorum. È accaduto invece l’opposto: la partecipazione è rimasta bassa e, tra coloro che si sono recati alle urne, c’è stata una massiccia posizione contraria all’ampliamento delle regole per l’accesso alla cittadinanza.
Reazioni e interpretazioni
Il risultato, seppur privo di effetti concreti per il mancato raggiungimento del quorum, ha innescato immediate reazioni politiche. In particolare, dal centrodestra sono arrivate parole di soddisfazione. Già nel pomeriggio del 9 giugno, quando l’esito appariva scontato, Matteo Salvini ha commentato dichiarando: «La sinistra è stata sconfitta, la cittadinanza non si regala». Un’affermazione che interpreta l’esito del referendum come una bocciatura netta di certe proposte progressiste in tema di immigrazione.