Improvvisa tempesta solare sulla Terra oggi 29 maggio: perché anche gli scienziati sono sorpresi e cosa sta succedendo
L’indice Kp, che misura l’intensità delle tempeste geomagnetiche su una scala da 1 a 9, ha toccato il valore 7 al picco massimo
Durante la notte tra il 28 e il 29 maggio, un episodio di meteo spaziale ha colto di sorpresa gli scienziati: la Terra è stata investita da una tempesta geomagnetica di livello G3, ben più intensa di quanto previsto. Secondo quanto riportato da SpaceWeather.com, le stime iniziali del NOAA – l’ente statunitense per l’atmosfera e gli oceani – indicavano solo una possibile tempesta solare di grado G1, ossia un evento minore causato dall’arrivo di un flusso di vento solare. Tuttavia, la situazione si è rivelata molto più dinamica: la tempesta ha raggiunto livelli ben superiori, causando un rapido innalzamento dell’attività magnetica terrestre. Attualmente, si registra un ritorno a una tempesta di intensità G1, ma le tracce dell’evento G3 sono ancora monitorabili attraverso gli strumenti di rilevazione.
Aurore e attività geomagnetica: cosa è accaduto?
L’indice Kp, che misura l’intensità delle tempeste geomagnetiche su una scala da 1 a 9, ha toccato il valore 7 al picco massimo, rilevato intorno alle 04:16 italiane (02:16 UTC). A questi livelli, possono verificarsi aurore polari visibili a latitudini insolitamente basse, anche se in Italia per osservare tali fenomeni serve almeno un indice Kp di 7 durante le ore notturne. Nonostante ciò, non si esclude che siano stati visibili brevemente archi aurorali rossi (SAR), eventi legati alla dispersione energetica dell’alta atmosfera terrestre. La tempesta geomagnetica si è attenuata nell’arco di poche ore, lasciando il posto a una fase G1 iniziata intorno alle 06:50 ora italiana.
Cos’è successo davvero: la causa dell’evento
A scatenare la tempesta solare non è stato un brillamento solare o un’espulsione di massa coronale (CME), come spesso accade nei casi più estremi, ma una cosiddetta regione di interazione co-rotante (CIR). Si tratta di aree nello spazio dove flussi di vento solare lenti e veloci si scontrano, generando onde d’urto e compressioni del plasma. Come spiegato dall’astrofisico Tony Phillips, le CIR possono agire in modo simile a una CME, innescando forti tempeste geomagnetiche e aurore anche senza un’eruzione solare diretta. La Scuola di Fisica dell’Università di Sydney chiarisce che questi fenomeni nascono da differenze di velocità tra le particelle cariche: la zona posteriore del flusso lento si comprime, mentre quella anteriore del flusso rapido si rarefà, creando turbolenze e un vento solare più energico del previsto.
Possibili conseguenze sulla Terra
Anche se non siamo di fronte a un evento estremo (classificato come G4 o G5), una tempesta geomagnetica G3 è tutt’altro che irrilevante. Secondo il NOAA, fenomeni di questo livello possono:
- Causare interruzioni ai sistemi di alimentazione elettrica e danneggiare trasformatori ad alta tensione
- Disturbare il funzionamento dei satelliti, aumentando il rischio di deorbitazione (già successo con diversi satelliti Starlink)
- Provocare perdite di segnale radio HF e interferenze nei sistemi di navigazione satellitare (GPS)
Sole sotto osservazione: occhi puntati sulle nuove macchie solari
Gli osservatori solari di tutto il mondo stanno monitorando due aree attive sulla superficie del Sole, le macchie solari AR 4099 e AR 4100, attualmente in posizione centrale rispetto al nostro pianeta. Queste regioni potrebbero dare origine a eruzioni solari di classe medio-alta, con potenziali effetti sul meteo spaziale nei prossimi giorni.