Il Tirreno

Salute

Influenza australiana e Covid: le differenze e i tre sintomi chiave dell’H3N2


	Influenza australiana e Covid 
Influenza australiana e Covid 

La spiegazione del virologo Fabrizio Pregliasco: «Questa variante è più pesante nei suoi effetti sulla salute rispetto agli altri virus influenzali»

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Si annuncia pesante la stagione influenzale in Italia, con i primi casi della variante “australiana” già segnalati in alcuni regioni come Lombardia, Piemonte e Lazio.

Australiana: la spiegazione

A causarla è il sottotipo H3N2 del ceppo influenzale A, una variante più virulenta e aggressiva rispetto all'H1N1 che lo scorso anno ha dominato la stagione influenzale. Più pesanti i sintomi sia a livello respiratorio sia polmonare, con la possibilità di colpire anche il cervello. Casi rari ma già riscontrati, come reso noto dall'infettivologo Matteo Bassetti in merito a un paziente di 76 anni ricoverato al Policlinico San Martino di Genova con sintomi importanti anche a livello neurologico.

Le parole dell’esperto

A parlare della stagione influenzale che ci aspetta è il virologo Fabrizio Pregliasco: «Ci aspettiamo una stagione influenzale abbastanza vivace proprio per la presenza, già individuata, di questa variante del virus influenzale A-H3N2 che è immunoevasiva, nuova e con un'altra capacità di diffusione. La sfortuna è, come già visto in alcuni casi, che questa variante è più pesante nei suoi effetti sulla salute rispetto agli altri virus influenzali e può avere un coinvolgimento anche neurologico. È molto raro, ma questa possibilità nelle persone fragili e a rischio c’è. Quindi una manifestazione più intensa, con effetti a livello cardiaco e respiratorio più pesanti», spiega Pregliasco a LaPresse.

Differenze col Covid

Difficile, al momento, prevedere quale variante prevarrà quest'anno, se la H1N1 o l'H3N2. Di certo il picco sarà raggiunto con l'arrivo del freddo più inteso e prolungato «e non si sbaglia mai dire che sarà a cavallo delle festività, che con baci e abbracci che faranno anche buon gioco ai virus», sottolinea l’esperto. «La vera influenza – spiega Pregliasco – si riconosce per tre cose: innalzamento brusco della temperatura corporea, con febbre oltre 38°, la presenza di dolori muscolari e articolari e i sintomi respiratori, cioé naso chiuso o naso che cola». A differenza dei dell’influenza «il Covid, invece, può far di tutto, passando da forme pesantissime al nulla: è questa la sua forza. In questo momento abbiamo un ciclo per il Covid che è indipendente dalla stagione, con onde ogni 4-6 mesi come quelle provocate dal “sasso di uno stagno”. C'è stato un rialzo a luglio e c'è un rialzo anche adesso, con nuova variante XBB che in qualche modo ritorna a diffondersi, mescolando le cose». Per distinguere le due malattie, l'indicazione dell’esperto è «l’esecuzione di test Covid per anziani e fragili, perché questa categorie, se colpite dal Covid, possono usufruire su giudizio del medico curante di un farmaco antivirale». Per tutti gli altri, che sia Covid o influenza, invece, il consiglio è «l’automedicazione responsabile con antinfiammatori e se le cose non migliorano dopo due o tre giorni rivolgersi al medico, senza prendere antibiotici fin dall'inizio». Resta fermo, poi, l'invito alla vaccinazione: «Il vaccino antinfluenzale – che copre anche la variante H3N2 – è un'opportunità per tutti, perché anche in un giovane prendere l'influenza crea 5-6 giorni di blocco. Per chi è più fragile o per gli anziani - conclude il virologo - si raccomanda l'accoppiamento con il vaccino anti-Covid, perché così si copre un virus che, sebbene meno cattivo, ancora oggi fa 100 morti alla settimana». 

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