Il Tirreno

Il provvedimento

Scuola, ritorna il diario e niente cellulare per la didattica: ecco cosa cambia e la decisione del governo


	Torna il diario a scuola
Torna il diario a scuola

L'annuncio del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: «Abituiamo di nuovo i ragazzi a usare la penna»

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E se a scuola tornasse improvvisamente il diario vecchia maniera? È l’obiettivo del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. Con una decisione che potrebbe rivoluzionare la vita dei giovani studenti italiani. 

L’annuncio

Il ministro ha annunciato una svolta significativa nella politica scolastica italiana. Durante il convegno “La scuola artificiale – Età evolutiva ed evoluzione tecnologica” ha dichiarato di aver firmato una circolare che vieterà l’uso dei cellulari nelle scuole fino alle medie a partire dal prossimo anno scolastico (2024-2025). «Ho firmato una circolare che vieta dal prossimo anno scolastico l’utilizzo del cellulare a qualsiasi scopo, anche didattico, perché io non credo che si faccia buona didattica con un cellulare fino alle scuole medie», ha affermato Valditara.

Cosa cambia

Il ministro ha precisato che questo divieto non si estende all’uso di tablet o computer, che potranno essere utilizzati sotto la guida del docente. La decisione segna un cambiamento rispetto alla precedente circolare del dicembre 2022, che consentiva l’uso dei dispositivi elettronici per scopi didattici con l’autorizzazione dell’insegnante. Ora, il divieto è assoluto: niente cellulari «a qualsiasi scopo», anche didattico. Valditara ha anche espresso il desiderio di tornare ad alcune tradizioni del passato, come l’uso del diario cartaceo. «Dal prossimo anno, fermo restando che i genitori continueranno a essere avvisati con questo strumento, ho disposto che ritorni il diario di una volta dove il bambino segna a penna che cosa deve fare per domani, per dopodomani, e i compiti a casa», ha spiegato il ministro. Secondo Valditara, questa mossa aiuterà i bambini a riabituarsi al rapporto con la penna e la carta, contrastando il dilagare delle «nuove tecnologie sempre e comunque». Il ministro ha sottolineato l’importanza di questo cambiamento: «Noi dobbiamo riabituare i nostri ragazzi al rapporto con la penna e con la carta». La decisione del ministro si basa su preoccupazioni riguardanti gli effetti negativi che l’uso eccessivo dei dispositivi elettronici può avere sulla concentrazione, la memoria e lo spirito critico dei ragazzi, come evidenziato da una indagine della VII commissione del Senato.

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