Il Tirreno

L’intervista

«Mamma soltanto se sei sana»: l’attrice Antonella Ferrari e l’adozione negata a causa della malattia

di Angelica Amodei

	L'attrice Antonella Ferrari
L'attrice Antonella Ferrari

In un libro l’attrice affetta da sclerosi multipla racconta il suo percorso con la speranza che le regole in Italia cambino: «È una battaglia per tutte le donne»

06 dicembre 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Il titolo del suo ultimo libro “Comunque mamma – Storia di una ferita ancora aperta” è la storia vera di Antonella Ferrari, del sogno di maternità negato. Ma non è soltanto la storia della popolare attrice malata di sclerosi multipla. È anche la storia di tante altre donne, forse troppe, costrette a rinunciare al desiderio di avere un figlio, non solo quando la natura dice no, ma anche quando le porte dell’adozione si chiudono inesorabilmente.

«Se da un lato racconto la mia ferita, il mio dolore per non essere riuscita a diventare mamma, dall’altro questo libro rappresenta una battaglia per tutte quelle donne che si vedono negare il diritto di maternità e di adozione, perché ‘imperfette’”, spiega l’attrice.

Tante le donne che hanno una storia simile a quella di Antonella Ferrari. E anche per questo è importante sensibilizzare l’opinione pubblica su un argomento di cui si parla e si sa poco. «Sentiamo discutere di stepchild, di utero in affitto, di adozione per i single o coppie omosessuali ai telegiornali o sulla carta stampata, ma mai di donne con malattie croniche come me» dice Ferrari. «Eppure, siamo in tante e molte sarebbero perfettamente in grado di allevare un figlio. Ne parlai anche con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso della Cerimonia della giornata internazionale della Donna al Quirinale, già nel 2018. Da sempre mi batto per i diritti delle donne con disabilità per l’adozione di un figli».

«Io e tante altre donne siamo considerate “imperfette” – prosegue – perché affette da patologie croniche, nel mio caso da una malattia neurodegenerativa, ma grido con forza: sì, ho una malattia, ma un bambino in casa nostra sarebbe colmo di amore. Ho un marito che sta benissimo. Ma davvero la nostra famiglia sarebbe meno adatta di altre a crescere un figlio? Finalmente è stata approvata la legge sull’oblio per i malati oncologici che dopo 10 anni si possono definire guariti. È stato così sancito il diritto delle persone guarite da una patologia oncologica a essere considerate come tutte le altre, a poter per esempio chiedere un mutuo o sottoscrivere un’assicurazione, a adottare un minore».

Antonella Ferrari ha una rubrica fissa sul settimanale Chi e riceve centinaia di mail e davvero sa quanto dolore ci sia per tante donne oltre la malattia. «Desidero sensibilizzare le istituzioni su questo tema, affinché qualcosa possa cambiare. Io forse un figlio non lo avrò mai, anche per motivi di età. Ma la mia lotta è anche per tutte le altre non mamme. Mi auguro che questo libro possa veramente servire a portare avanti questa battaglia. Sarebbe importante snellire le procedure, modificando le linee guida per rendere meno rigido il percorso per l’adozione. Si incontrano ancora troppe difficoltà nella burocrazia. Ci sono tanti bambini soli bisognosi del calore di una famiglia e tante coppie pronte a dare amore vero».

Antonella Ferrari, pagina dopo pagina, racconta le infinite difficoltà che ha dovuto affrontare nella ricerca della maternità. Mette a nudo il suo cuore, il suo dolore, quello di suo marito. Un libro che si legge tutto d’un fiato. È stata pronta a smettere alcuni farmaci per la sclerosi multipla per tentare una gravidanza. Ha messo davanti a sé stessa il desiderio di essere mamma, sempre supportata dal marito Roberto. «La ferita è ancora aperta, ma con questo libro ho provato ad esorcizzare il dolore. Ci sono riuscita con la mia malattia, ho fatto pace con ricordi dolorosi. Spero che la mia esperienza, il mio dolore e la mia battaglia possano servire ad altre donne». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
La tragedia: la ricostruzione

Rogo al poligono di Galceti, le vittime hanno provato a domare le fiamme con l’estintore: chi sono, cos’è successo e le testimonianze

di Paolo Nencioni