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Lutto

È morto Claudio Spaggiari, Orbetello piange il maestro delle scene e di vita

di Ivana Agostini

	Claudio Spaggiari 
Claudio Spaggiari 

Regista, attore e per decenni uno dei pilastri del teatro toscano. Lascia un’eredità artistica nel cuore dei colleghi, degli allievi e degli amici

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La città lagunare e la Maremma piangono Claudio Spaggiari, regista, attore e uomo di cultura che per decenni ha animato la scena teatrale toscana con la sua intelligenza, la sua sensibilità e una creatività inesauribile. È morto due giorni fa a Firenze dopo una malattia. Aveva 71 anni. Originario di Scansano, era residente a Orbetello, cittadina alla quale è sempre stato legato, dove ha lavorato e messo in scena spettacoli, e dove ha lasciato tantissimi amici.

Un vuoto enorme

La sua scomparsa lascia un vuoto enorme non solo tra familiari e amici, ma in moltissimi attori, allievi e colleghi che in lui avevano trovato una guida, un esempio e un punto di riferimento irrinunciabile.

Carriera tra tradizione e innovazione

La carriera di Claudio è stata segnata dall’equilibrio fra tradizione e innovazione: si è confrontato con i testi classici con un rispetto mai pedante e un’energia sempre fresca, come nelle sue interpretazioni de “L’Acqua Cheta”. Accanto agli spettacoli della tradizione, ha diretto e interpretato pièce di grande originalità. Fra i lavori più amati “Io e mio fratello Theo”, tratto dall’epistolario di Van Gogh e in cui Claudio riuscì a dare voce all’intimità del pittore e a una fragilità trasformata in arte.

La Compagnia delle Seggiole

Il suo talento nel far emergere l’essenza dei personaggi, dei testi e delle storie lo ha reso una figura importante anche all’interno della Compagnia delle Seggiole, dove la sua presenza ha inciso profondamente sulla poetica, sugli spettacoli e sulla crescita artistica di molti colleghi. Nel panorama teatrale fiorentino, Claudio era uno dei pilastri. Tra le sue creazioni più recenti “Sirene”, realizzato insieme a Vincenzo De Caro.

Il ricordo degli amici

«Claudio – ricorda l’amico Matteo Porta – non era importante solo per ciò che faceva sul palco, ma anche per ciò che era fuori dal palco. Era una presenza che cambiava il tono di una serata: arrivava lui e l’atmosfera mutava, si scaldava, si colorava. Aveva un’ironia irresistibile, un’intelligenza brillante e una capacità quasi innata di trasformare il quotidiano in teatro: imitava, inventava voci, gesticolava, creava personaggi estemporanei con una naturalezza che incantava chiunque gli stesse accanto. Conservo ricordi che parlano più di mille parole. Nel nostro palazzo, ogni anno, allestiamo un presepe sul pianerottolo del portone. Claudio viveva a Firenze, ma quando tornava a casa sapevamo sempre riconoscere il suo passaggio: trovavamo le statuine spostate, riarrangiate con quella sua fantasia giocosa che era una firma, un saluto, un piccolo scherzo delicato e affettuoso. Un altro ricordo è più recente: mi arrivò una telefonata a casa, risposi e dall’altra parte una voce di un’anziana smemorata che voleva parlare con mia madre. Ci cascai completamente. Era lui. Claudio, che non riusciva neppure a iniziare una conversazione senza travestirla di risata, improvvisazione e teatro. Claudio continuerà a indicarci la strada, sul palco e fuori».

Proposte di riconoscimento

Anche Luciano Mattarelli lo ricorda con amicizia e vorrebbe che la sua personalità fosse insignita, postuma, dell’anguilla d’oro. «Se non l’avesse già presa in vita – dice Mattarelli – potrebbe essere un riconoscimento da intitolargli postumo. Non so se sia prevista una simile eventualità ma di certo dovrebbe essere istituito un premio teatrale a lui dedicato». Irene Lizzulli, attrice e regista orbetellana, è stata iniziata al teatro proprio da Spaggiari e per questo con la sua associazione In itinere dedicherà a lui gli eventi per la festa del teatro che si festeggerà intorno alla data del 23 marzo. Tutti gli orbetellani che nel passato più o meno recente hanno lavorato con lui sono addolorati.

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