Grosseto, difficoltà finanziarie in aumento: è boom della cessione del quinto
Centinaia di famiglie hanno fatto ricorso al prestito personale “non tradizionale”. Tanti soldi in poco tempo. Becherini (Banca Tema): «Occhio ai piani di rientro»
GROSSETO. C’è un nuovo allarme povertà in provincia: il ricorso alla cessione del quinto, in forte crescita tra le famiglie. La cessione del quinto è una forma di prestito personale in cui la rata mensile viene trattenuta direttamente dalla busta paga o dalla pensione. La rata non può superare il 20% (un quinto, appunto) dello stipendio o della pensione netta, e viene versata automaticamente dal datore di lavoro o dall'Inps all'istituto che ha erogato il finanziamento.
«È spesso la soluzione alla quale ricorre chi ha già battuto la strada del credito “tradizionale”», premette Fabio Becherini, direttore di Banca Tema, che tramite l’Osservatorio dell’istituto certifica «un incremento di richieste del 20-25% nei primi dieci mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2024». E precisa: «Noi rappresentiamo più o meno un quinto degli intermediari finanziari del territorio, quindi a scendere troppo nel dettaglio potremmo incorrere nel rischio di dare una raffigurazione completa del quadro. Non è sbagliato, però, quantificare il caso in centinaia di famiglie».
Lo spunto dal quale iniziamo questa riflessione è l’analisi dell’Osservatorio di Facile.it e Prestiti.it, condotto su un campione di oltre 6mila 500 richieste di prestiti personali raccolte online dai due portali tra gennaio e ottobre da utenti residenti in Toscana, dalla quale si ricava che le famiglie hanno fatto ricorso al credito al consumo chiedendo un prestito personale medio (ticket) di 9.666 euro, valore inferiore del 6% rispetto a una media regionale di 10.234 euro. Le ragioni? Un terzo per ottenere liquidità e il resto per lo più per acquisto di auto usate, ristrutturazioni edilizie e spese mediche.
«A noi risulta un ticket medio più alto, di circa 13mila euro. Ma la differenza può essere motivata dal fatto che i portali tengono conto anche della rateizzazione chiesta al momento dell’acquisto, per esempio, di un telefonino nuovo», presume Becherini, che viceversa dal canto proprio misura un fenomeno – per richiedenti e cifre – sovrapponibile a quello del 2024; ma sottolinea che «dalla somma di questi dati si vede un aumento della difficoltà finanziaria; anche se per avere una visione più completa bisognerebbe andare a valutare caso per caso».
Ma c’è di più. La cessione del quinto è spesso la soluzione «per chi nel credito “tradizionale” non trova la risposta che cerca causa richiesta di garanzie per lui troppo elevate o cifre erogate per lui troppo basse», spiega il direttore, dando un termine di paragone: «Il taglio medio della cessione del quinto è il doppio rispetto al credito ordinario: circa 26mila euro. Ed è possibile – avverte – che si faccia ricorso alla cessione del quinto per ristrutturare situazioni debitorie precedenti». Un circolo vizioso.
«Gli intermediari minori possono erogare i prestiti con più facilità, ma rientrare da quei prestiti può mettere di fronte a rate troppo alte o durate penalizzanti. E spesso i beneficiari si rivolgono a noi, in seconda istanza, proprio per far fronte a queste difficoltà; una situazione che a quel punto richiede “salti mortali”», racconta Becherini, al quale a questo punto chiediamo una boccata d’ossigeno. «A voler dare consigli si può cadere nella banalità, ma per valutare bene la sostenibilità delle operazioni è sempre bene rivolgersi a strutture qualificate», risponde, dando tuttavia – in questo contesto – una prospettiva incoraggiante: «Il “boom” del ricorso alla cessione del quinto trova un possibile contrappeso nell'abbassamento dei tassi di interesse applicato quest’anno insieme a una diminuzione del costo del denaro. Per il 2026 auspichiamo che questa combinazione di fattori possa rendere più compatibili i piani di rientro, e ci aspettiamo meno contenziosi rispetto ai due anni precedenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
