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Il caso

Consulta disabili Grosseto, ancora bufera: associazioni contro il Comune

di Maurizio Caldarelli
Consulta disabili Grosseto, ancora bufera: associazioni contro il Comune<br type="_moz" />

Contestato il dichiarato ritrovamento dello spirito di coesione

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GROSSETO. Non c’è pace per la Consulta comunale della disabilità di Grosseto.

A inizio settimana, il Comune ha comunicato che l’organismo «ha ritrovato coesione e rinnovato impegno a lavorare insieme fino al termine dell’attuale consiliatura», dopo un incontro costruttivo tra l’assessora al sociale, Carla Minacci, la presidente della Consulta Valentina Corsetti e i presidenti delle associazioni, arriva una replica delle sedi provinciali di Unione italiana ciechi, Associazione traumatizzati cranici, Associazione TuttiaTeatro, Associazione sclerosi multipla e Ente nazionale sordi, che «ribadiscono con forza la propria fiducia nello strumento della Consulta, organismo prezioso e fondamentale per il dialogo tra le istituzioni e il mondo dell’associazionismo, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie», evidenziano con la massima serenità, dopo la bufera di fine luglio, durante la quale undici associazioni, avevano chiesto le dimissioni della presidente, alcune criticità da risolvere per arrivare alla fine della consiliatura con la necessaria tranquillità.

«Le associazioni – scrive il Comune – hanno affrontato con senso di responsabilità le recenti criticità che avevano generato tensioni all’interno dell’organismo. Dal confronto è emersa una chiara volontà di collaborazione e sono stati definiti i prossimi obiettivi. Primo fra tutti, l’aggiornamento del regolamento comunale che disciplina la Consulta per renderlo più snello, efficace e adeguato alle esigenze attuali; gli uffici comunali sono già al lavoro per predisporre una proposta di revisione. L’impegno delle associazioni è quotidiano e costante. La loro azione sul territorio rappresenta un presidio fondamentale per dare risposte concrete ai bisogni delle persone che vivono in situazioni di svantaggio».

«La Consulta della disabilità deve rappresentare un luogo di confronto, condivisione e collaborazione, in cui le associazioni possano contribuire con proposte, osservazioni e idee utili alla comunità – rispondono le associazioni – In questo momento, non ci sono le condizioni di serenità e collaborazione necessarie per lavorare in maniera efficace». A parere dei firmatari persistono alcune criticità che rendono difficile lo svolgimento delle attività: «mancanza di adeguata trasparenza nei processi e nella condivisione delle informazioni; scarsa comunicazione da parte della dirigenza verso le associazioni e i referenti; atteggiamenti di eccessivo individualismo che indeboliscono lo spirito di rete ed équipe, essenziale per operare insieme; problemi organizzativi e gestionali ancora non risolti».

Le associazioni, con estrema precisione, sottolineano i punti del regolamento della Consulta della disabilità che a loro parere non sono stati rispettati o applicati in maniera non corretta. I firmatari della nota indicano in particolare «l’art. 6, il quale recita: “il presidente e il vicepresidente sono eletti dall’Assemblea e rispondono ad essa”. La mancanza di convocazioni condivise e la difficoltà di garantire un confronto paritario hanno limitato questo principio; per l’art. 12 “tutti i membri hanno diritto a essere informati e coinvolti nei progetti e nelle attività della Consulta”. Questo diritto non è stato pienamente garantito, determinando una partecipazione incompleta; nell’art. 13 viene riportato che “le decisioni devono essere assunte a maggioranza semplice”, principio che deve valere anche per la verifica dell’operato degli organi direttivi».

«La trasparenza e la capacità di fare rete – aggiungono – sono condizioni imprescindibili per costruire fiducia, condividere responsabilità e portare avanti progettualità comuni». Le cinque associazioni ribadiscono di non voler abbandonare la Consulta, ma desiderano rilanciarne il ruolo, «affinché diventi uno spazio partecipato, inclusivo e orientato al bene delle persone con disabilità, che hanno necessità concrete e urgenti. Il nostro impegno è di migliorare la situazione, rafforzando la collaborazione e chiedendo un cambio di passo nell’organizzazione e nella comunicazione interna. Perché le persone con disabilità meritano un’attenzione reale e costante, e hanno diritto a una Consulta che funzioni pienamente come strumento di dialogo e crescita collettiva. Ringraziamo il Garante della Disabilità, Diego Montani, per il supporto che dimostra a sostegno di attività di controllo e supporto alle criticità che costantemente si presentano all’interno del Comune di Grosseto. Sostenere e comprendere le necessità delle persone con disabilità richiede un impegno costante, umile e competente, che sappia mettere da parte i personalismi e abbattere le barriere culturali». l

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