Grosseto, pugilato in lutto: addio al “gallo” gentile e mai domo
Stella della nobile arte tra gli anni ‘50 e ‘60: le parole della figlia e il rimpianto dell’Olimpiade mancata
GROSSETO. La Grosseto sportiva piange la scomparsa di Bruno Bertini, classe 1935, una delle stelle della noble art grossetana nell’epoca d’oro, tra gli anni ‘50 e ‘60, scomparso nelle prime ore di giovedì 25 a Villa Serena di Montefiascone, dove era stato ricoverato appena sei ore prima dopo un periodo di degenza all’ospedale di Castel del Piano.
Le parole della figlia
«Da tempo era malato di Alzheimer – racconta la figlia Silvia – ma questo non gli ha impedito di fare una vita normale fino a tre mesi fa. Viveva da solo in casa e dopo aver sistemato il letto veniva a mangiare da me, poi nel pomeriggio andava a giocare a carte. Era sempre pronto anche a fare viaggi, come andare da sua nipote a La Spezia. Prima di qualche problemino al cuore e ai reni delle ultime settimana era, insomma, un novantenne in gamba. Lo avevamo lasciato sereno da poche ore, prima della chiamata del personale della Rsa che ci ha comunicato della sua morte nel sonno».
La figlia, che lo ha seguito fino all’ultimo giorno, lo descrive come «un uomo dal carattere forte, caparbio. Non si è mai lamentato, neanche quando c’era qualche problema: una forza che l’ha portato ad avere una vita normale. Anzi era proteso verso gli altri, aveva slanci di generosità verso le persone più fragili».
Bertini ha fatto l’imbianchino fino a 70 anni, ma la sua vita era cambiata dopo la scomparsa della moglie nel 1999. Un lutto dal quale non ha saputo riprendersi, anche se l’amore per la boxe l’ha aiutato ad andare avanti. Le ultime uscite pubbliche Bertini le ha fatte, manco a dirlo, per assistere alla riunione della Fight Gym dell’amico Amedeo Raffi, alla Cavallerizza e alla Notte di Pugni sotto le stelle organizzata da Rossana Conti Cavini il 4 luglio in piazza Duomo. Il pugilato per lui è stato la vita, anche dopo la grande avventura tra le dodici corde, con 55 incontri da dilettante (con 31 vittorie, 9 pareggi e 15 sconfitte) e i dodici, tra il 1957 e il 1961, a petto, tra i professionisti, con sette successi e cinque sconfitte.
La carriera
Al di là dei numeri meriterebbe un libro la storia di questo peso gallo battagliero e mai domo. Era tanto umile nella vita di tutti i giorni quanto battagliero sul ring. Iniziò ad andare in palestra nel 1950 con l’Accademia Pugilistica Cortonesi e sotto la guida di Elio Chipa disputò i primi due incontri. Nel 1951 passò alla pugilistica Grossetana, che a quei tempi aveva la palestra sotto le scuole medie di piazza Rosselli; prima di trasferirsi nella troniera delle mura, davanti alla pista di via Manetti. Di Bertini si ricorda soprattutto una brillante carriera da dilettante (nel 1954 fu finalista ai Toscani e semifinalista agli Italiani), impreziosita da otto presenze in Nazionale a Perugia e Grosseto nel 1954; a Istanbul, Gubbio, Pasley, Dublino e Glasgow nel 1956. Da professionista, con il procuratore Azeglio Battigalli, rimase imbattuto per sette combattimenti, contro i migliori italiani della categoria; le cose peggiorarono quando salì di peso e si mise nelle mani di Proietti, incassando cinque sconfitte che alla fine lo convinsero, a malincuore, ad appendere i guantoni al chiodo. Curiosamente si esprimeva meglio fuori dalla città che nella sua Grosseto, che ospitò il suo ultimo match, nel gennaio 1961 contro Linzalone.
Il rimpianto più grosso di Bertini, che si è sempre detto contento della carriera effettuata, fu la mancata partecipazione all’Olimpiade di Melbourne 1956; che avrebbe strameritato, visto che a 21 anni era nel pieno della forma. In quattro mesi di raduno collegiale (tra i pesi medi c’era anche Nino Benvenuti) fece fuori, durante le esibizioni, decine di gallo che gli si presentarono di fronte mai ai Giochi australiani fu chiamato il rivale di sempre, il livornese Mario Sistri.
L’ultimo saluto
La salma per i prossimi giorni rimarrà nella cittadina laziale, per il completamento dei documenti da parte della famiglia. Sabato 4 ottobre alle 8,30 nella chiesa di San Giuseppe ci sarà la cerimonia funebre, poi alle 11 la salma verrà trasferita al tempio crematorio di Sterpeto.