Il Tirreno

Grosseto

L’intervista

Elisa Giomi è “donna inarrestabile”: chi è la toscana tra le professioniste d’eccellenza in Italia

di Massimiliano Frascino

	Elisa Giomi
Elisa Giomi

Riconoscimento simbolico, ma nemmeno poi troppo, attribuito alla 49enne di Grosseto dall’agenzia di comunicazione StartupItalia

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GROSSETO. Elisa Giomi, commissaria dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), è per il secondo anno consecutivo una “unstoppable woman”. Ovverosia una donna inarrestabile. Riconoscimento simbolico, ma nemmeno poi troppo, attribuitole dall’agenzia di comunicazione StartupItalia. Un think-tank nazionale che valorizza le start-up innovative e il ruolo di personaggi pubblici, imprenditori e professionisti esposti sul fronte dell’innovazione sociale, economica e tecnologica.

La community delle “unstoppable women” (donne inarrestabili) individuate ogni anno da StartupItalia è composta da 2.000 professioniste che sono in grado di fare la differenza nei ruoli che ricoprono, promuovendo con il loro modus operandi innovazione e parità di genere nei diversi settori in cui sono leader. Selezione che viene aggiornata continuamente – il progetto è partito nel 2017 – da un osservatorio che passa sotto la lente d’ingrandimento le storie di imprenditrici, ricercatrici, amministratrici d’azienda, founder innovative e manager particolarmente talentuose. Caratteristiche che si ritrovano nella biografia della grossetana Elisa Giomi, 49 anni, professoressa associata in sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’università degli Studi Roma Tre. Dove insegna sociologia della comunicazione e dei media; forme del racconto televisivo e comunicazione pubblicitaria.

Autrice di oltre 70 pubblicazioni per le principali case editrici italiane e internazionali e per riviste peer-reviewed italiane e straniere. Veste nella quale, a settembre 2020, è approdata nel board dell’Agcom. Ruolo nel quale si è fatta subito notare, per l’intensa attività di comunicazione e divulgazione delle decisioni dell’Agcom e delle motivazioni che gli sottostanno. Cosa non comune nel Paese in cui la cripticità istituzionale è quasi un dogma. «In veste di commissaria all’interno del board dell’Agcom – spiega – mi occupo di tutelare sia il mercato che gli utenti nei settori dei media tradizionali, come televisione e radio, delle telecomunicazioni, delle piattaforme online e del web in genere. In questa attività, nel rispetto di quanto prevede il regolamento dell’agenzia, quando mi è successo di non condividere alcune decisioni ho sempre reso pubblica la mia opinione dissenziente rispetto a quella prevalente. Motivare la propria diversità di opinione relativamente a decisioni che hanno un impatto, ad esempio, su diritti, libertà fondamentali e anche su pratiche professionali, ritengo non sia un vezzo o una forma di egocentrismo. Ma piuttosto un atto di trasparenza teso ad arricchire il dibattito pubblico su temi qualificanti e d’interesse diretto per cittadini e consumatori».

Il riconoscimento del suo approccio innovativo al ruolo che svolge all’interno di Agcom comprende anche l’apprezzamento per il fatto che sono state pochissime le donne che sono riuscite ad avere accesso all’agenzia nella funzione di commissarie, da quando questa è stata istituita nel 1997. «Le donne che hanno ricoperto il ruolo di commissarie Agcom da quando questa è stata istituita nel 1997 sono state in tutto tre, e due in questa consiliatura. Io sono la più giovane. Per cui immagino di essere stata individuata da StartupItalia anche per questo motivo».

Aver sfondato l’invisibile “tetto di cristallo” che in Italia ostacola le donne nell’accesso a posizioni di vertice nei diversi ambiti professionali – secondo il Global gender gap report del World economic forum il Belpaese è all’85° posto su 146 Stati considerati, soprattutto su lavoro, leadership e retribuzione – non significa per Giomi far parte della “lobby delle donne inarrestabili”. «Il concetto di lobby proprio non si addice a questo gruppo – spiega – Io non sono mai stata contattata direttamente dai selezionatori, se non via e-mail per ricevere la comunicazione che ero stata inserita nella lista. Io stessa conoscerò più o meno direttamente il 2 percento delle 2.000 donne che ne fanno parte, e non ho mai ricevuto inviti a partecipare a incontri per condividere una strategia. Naturalmente sono lusingata del fatto di essere stata individuata per il contributo d’innovazione nel mio ambito di competenza professionale e istituzionale. Il monitoraggio svolto dall’osservatorio credo abbia il valore di restituire una rappresentazione plastica, diciamo di mettere nero su bianco lo stato di penetrazione dell’universo femminile nei vari ambiti di attività. Per contribuire a diffondere consapevolezza e ispirare giovani donne a scommettere sulle proprie capacità per occupare ruoli di teste di serie».

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