Risponde al telefono e spariscono 5.500 euro: truffa in Toscana – Cos’è lo “spoofing dell’ora di pranzo” e perché ci cascano in tanti
La vittima è un uomo di 65 anni: i malviventi usano tecniche sempre più rapide e raffinate. Ma c’è un modo per difendersi
Il cellulare inizia a squillare all’ora di pranzo. Un po’ flemmatico, un po’ infastidito, lo sguardo s’abbassa verso lo schermo. Il numero non è registrato in rubrica ma il prefisso è “+02”. Milano, almeno sembrerebbe. L’insieme delle cifre poi è molto simile al contatto della propria banca. Nel dubbio lui - un signore grossetano di 65 anni – risponde, anche se è nel bel mezzo del pranzo.
La falsa banca
Dall’altra parte una persona sostiene di chiamare dal suo istituto bancario perché è stato appena effettuato un bonifico sospetto, indirizzato all’estero, in Spagna. «Entriamo nell’app con i codici di accesso per verificare»: è la proposta “classica”, fatta anche in questo caso. Così l’impressione, paradossalmente, è quella di collaborare per sventare una truffa, ma è tutto il contrario. E infatti in una ventina di minuti i truffatori effettuano ben 28 bonifici. Non tutti vanno a buon fine, ma una buona parte – quattordici – sì. Piccole operazioni mai superiori ai 500 euro, con ogni probabilità per aggirare il blocco imposto dalla banca. E dal conto corrente della vittima spariscono circa 5.500 euro.
La denuncia
L’uomo, una volta scoperto quanto accaduto, s’è precipitato alla sede della sua banca per poi sporgere denuncia ai carabinieri. «Innanzitutto, bisogna fare subito il disconoscimento delle operazioni. I soldi non vengono ritrovati quasi mai, ma scriviamo alla banca per procedere al ricorso tecnico all’Arbitro bancario, che in questo caso ha valutato la regolarità del sistema di autenticazione: secondo loro le operazioni – i bonifici – erano state disposte regolarmente. Tuttavia la banca, vista la frequenza serrata delle operazioni, avrebbe dovuto disporre il blocco dopo la seconda operazione. Perciò la scorsa settimana l’Arbitro bancario ha disposto la condanna al risarcimento da parte della banca, che avrebbe dovuto appunto disporre il blocco nel caso di plurime operazioni indirizzate al medesimo soggetto», spiegano Francesca Frosini ed Emanuela Raponi, legali di Federconsumatori, l’associazione di categoria che ha trattato il caso.
Spoofing e phishing
Spesso le truffe, anche nel grossetano, iniziano con lo squillo del cellulare. Un metodo ribattezzato spoofing - nel caso di telefonate – o phishing se si tratta di e-mail. Certo, «poi – sottolineano Frosini e Raponi – si innestano tecniche per entrare nei sistemi operativi molto più “sofisticate” dal punto di vista tecnologico, ma è la telefonata l’aggancio. Come paravento numero di cui si fidi. E al telefono la reazione è più diretta, c’è meno tempo per riflettere». Anche gli orari non sono per nulla casuali: quello del pranzo è uno tra i “preferiti” dei truffatori, un momento in cui cala l’attenzione. «In pratica – spiegano le legali – si inganna il cittadino con un numero di telefono diverso da quello che l’utente è portato a pensare, camuffato da uno simile alla propria banca o altri enti affidabili». Si pensa di rispondere a questi ultimi, la mente in qualche modo è già predisposta. Le truffe sfruttano proprio questo aspetto e da qui inizia la maggior parte delle frodi in Maremma.
Le frodi più comuni
«Le principali – spiegano Frosini e Raponi – sono quelle bancarie che svuotano il conto, ma molto frequenti sono anche quelle legate ai contratti di luce e gas». Pure qui il camouflage è decisivo: «Pensi di parlare con il tuo gestore o operatore ma – dicono Frosini e Raponi – non è così». E alla fine ci si ritrova con un contratto cambiato o con nuove condizioni economiche, sempre – manco a dirlo – con condizioni peggiorative. «L’obiettivo – sintetizzano le legali – è dare all’utenza un servizio non richiesto. Di questa tipologia ne vediamo circa tre, quattro al mese».
️Nuovi filtri anti-truffa
Vista l’incidenza della tipologia, in costante aumento, l’Agcom (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) ha imposto agli operatori della telefonia di introdurre dal prossimo dal 19 agosto, nuovi filtri di rete per avere almeno un primo contrasto per le telefonate che consentono al soggetto chiamante di manipolare le informazioni contenute nel campo Cli (Calling Line Identification Spoofing) per ingannare il ricevente, inducendolo appunto a credere che la chiamata abbia avuto origine da altra persona, società o comunque da altra linea. Il filtro è rivolto alle telefonate provenienti dall’estero, ma che si palesano con prefissi italiani (da 02 Milano a 010 Genova) e numeri che individuano enti, la propria banca o gestori di utenze (telefono, luce e gas) ed ai quali il malcapitato risponde fidandosi ed illudendosi di parlare con soggetti conosciuti. Lo stesso tipo di filtro si attiverà dal 19 novembre anche per i numeri mobili provenienti dall’estero.
Aiuto e contatti
Una novità importante, evidenziano Raponi e Frosini, «sperando che si tratti di una misura adeguata per le telefonate truffaldine, indirizzate soprattutto agli anziani - ma non solo - che si ritrovano, senza volerlo, o con un nuovo contratto per le proprie utenze o vittime di una vera e propria truffa bancaria svuota-conto». Tuttavia le avvocate sottolineano come sia «ancora assente la previsione di una efficace tutela per le chiamate estere, che non camuffano la propria numerazione, oltre che per le chiamate italiane - che non passano dall’estero - e per quelle Voip, che funzionano tramite l’utilizzo di internet. Nell’attesa di verificare l’efficacia di queste novità, chiunque abbia ricevuto telefonate truffa, sottoscrivendo un contratto di utenza non richiesto o comunicando dati sensibili a un soggetto che non era la sua banca o l’ente di riferimento – concludono Frosini e Raponi – può contattarci per informazioni ed eventuali azioni di tutela al 389 0905246 (anche Whatsapp), o al numero fisso 0564 459214 a partire dal lunedì 18 agosto, in previsione della riapertura dello sportello dal prossimo lunedì 25 agosto».