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Il lutto

Pitigliano, addio al “capitano” Armando Mancini: è stato un punto di riferimento per lo sport locale

di Paolo Mastracca

	Armando Mancini
Armando Mancini

Storica colonna calcistica dell’Aurora, morto a 77 anni. Oggi i funerali

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PITIGLIANO. Armando Mancini aveva 77 anni ben portati e il suo incedere, unito a quell’ironia tipica dei maremmani con inclinazione pitiglianese, lo rendeva assai giovanile con i capelli bianchi che apparivano più come un tocco di classe piuttosto che il segno degli anni.

Da qualche tempo lottava contro una malattia ma nessuno immaginava che il mitico capitano dell’Aurora Pitigliano se ne andasse così velocemente. Per questo la notizia della sua morte ha colto di sorpresa lasciando tutti sgomenti nel cordoglio unanime e sincero, autentico e partecipato.

Mancini è stato un’autentica colonna, una colonna portante in tutto quello che ha fatto, a iniziare dalla famiglia composta dalla moglie Delia e dai figli Eleonora e Nicola. La famiglia Mancini è sempre stata una garanzia di umanità con Armando e Delia che hanno trasmesso alla perfezione questi valori ai figli poi tramandati ai cinque nipoti. Carlo, Filippo, Vittoria, Flaminia e Pietro; che è anche un promettente calciatore, un attaccante di qualità che recentemente è stato convocato dal selezionatore Fabio Ciavattini nella rappresentativa Allievi provinciali. Lui non lo diceva ma era evidente che era orgoglioso di vedere il nipote indossare la maglia gialloblù dell’Aurora Pitigliano esattamente come fece lui negli anni pionieristici del calcio dilettanti in cui era il capitano della squadra; di ruolo e nei fatti perché tutelava tutti i suoi compagni in ogni circostanza, anche nei campi più infuocati quando – colonna difensiva insieme al fratello Carlo – non permetteva a nessuno che i suoi, soprattutto i più giovani, venissero intimoriti con qualche fallo: era sempre nei paraggi e bastava uno sguardo per far capire all’avversario che era più opportuno mantenere un comportamento sportivo.

Con queste qualità Mancini è stato sempre benvoluto da tutti, era una colonna portante e la fascia di capitano ne era l’eloquente affinità. Ha gestito per tanti anni insieme al socio Michele Porcella la ditta di onoranze funebri, poi ha lasciato la quota al figlio Nicola. Anche in questa veste si era fatto apprezzare per il tatto, per la gentilezza e per il sentimento umano, quel sentimento che adesso tutti i pitiglianesi gli rivolgono di rimando il capitano, la colonna portante, un autentico perno della comunità pitiglianese.

I funerali sono questo pomeriggio alle 15 nella chiesa di Santa Maria Assunta.

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