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Talamone, spiaggia del Cannone chiusa: nel borgo monta la protesta di residenti e vip

di Ivana Agostini

	Marcello Veneziani davanti al cartello sulla chiusura della spiaggia del Cannone a Talamone, a fianco altre due foto della spiaggia franata (fotoservizio Enzo Russo)
Marcello Veneziani davanti al cartello sulla chiusura della spiaggia del Cannone a Talamone, a fianco altre due foto della spiaggia franata (fotoservizio Enzo Russo)

La frana risale a febbraio, ora il sindaco ha emesso un’ordinanza. Tutti scontenti, compreso un illustre abitante “d’adozione”: Marcello Veneziani

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TALAMONE. Il sindaco Andrea Casamenti con un’ordinanza chiude l’accesso alla spiaggia del Cannone dove a febbraio si erano verificate delle frane. E nel borgo garibaldino monta la sommossa.

Le proteste che erano arrivate nell’arco di questi mesi dalle forze di opposizione che chiedevano la chiusura degli accessi per motivi di sicurezza in modo da provvedere in maniera celere alla sistemazione in vista del periodo estivo adesso arrivano anche da Marcello Veneziani, che vive la sua vita fra Roma e Talamone ed è considerato da molti un guru della destra italiana, per la sua posizione di intellettuale e la sua influenza nell’ambito della cultura e della politica di destra. Così al momento, nel borgo, sembrano essere tutti scontenti, da una parte e dall’altra. Residenti e non.

Quello che ha infastidito è il tempo passato dalla frana alla chiusura dell’accesso. Come si legge nell’ordinanza il dissesto risale al maltempo del 13, 14 febbraio. Il sopralluogo dei tecnici comunali al 18 febbraio. «In tutti questi mesi – dicono in paese – non è stata presa in considerazione, da chi di competenza, nessuna azione per mettere in sicurezza il sito in modo da renderlo fruibile magari sistemando le reti di protezione nella parte che sovrasta la spiaggia, agendo in somma urgenza».

Marcello Veneziani, come altri talamonesi d’adozione, parla di un paese dimenticato e lasciato a se stesso dove la chiusura dell’accesso all’ultima spiaggia libera è l’ennesimo sfregio compiuto contro il paese, i suoi abitanti e i turisti. A scagliarsi contro il sindaco è anche un altro talamonese d’adozione, Lorenzo Talenti. «Scrivo al sindaco da mesi ma non si è mai degnato di darmi una risposta». Ieri Talenti ha inviato al primo cittadino l’ennesima mail. «Esprimo il mio profondo disappunto riguardo alla decisione del Comune di chiudere la spiaggia del Cannone senza fornire alcuna indicazione concreta sui tempi di un possibile intervento di messa in sicurezza e un’eventuale riapertura. Trovo inaccettabile che, a fronte di una segnalazione seria e motivata, si sia solo proceduto alla chiusura dell’unico accesso al mare di cui dispone questa parte del paese, lasciando i residenti e i proprietari delle abitazioni – come la mia famiglia, da due generazioni presente a Talamone – senza alternative. A oggi, Talamone si ritrova privo di un accesso pubblico al mare, eccezion fatta per una spiaggia privata, il che è del tutto insostenibile in vista dell’estate imminente. Chiedo che sia data subito comunicazione delle valutazioni tecniche fatte sull’area interessata dalla frana; degli interventi previsti per la messa in sicurezza e il ripristino della fruibilità della spiaggia; dei tempi previsti per gli interventi; di eventuali soluzioni alternative che il Comune vuol attuare per garantire l’accesso al mare ai residenti».

Interviene anche il comitato Salviamo Talamone cheparla di «decisione che dimostra il fallimento amministrativo della giunta Casamenti che per mesi ha voltato le spalle alla comunità ignorando segnalazioni, denunce e appelli pubblici. Volevano trasformare l’approdo del gioiello della Maremma in porto turistico con un progetto stroncato dal Tar di Firenze da oltre 40 milioni di euro, e si scopre che non sono capaci nemmeno di gestire la messa in sicurezza della piccola spiaggia del Cannone. L’incapacità della giunta è un danno incalcolabile per i cittadini, per le famiglie che frequentano la zona e per le attività locali. Hanno lasciato che il tempo e l’incuria facessero il loro corso. Oggi l’unica risposta è la serratura di un cancello. È inaccettabile».
 

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