Effetto estate anticipato in Maremma: oltre 4mila accessi al pronto soccorso in 19 giorni
Si teme per i prossimi mesi: in tanti arrivati con traumi, un caso grave di morso di vipera
GROSSETO. I giorni presi in esame sono appena 19, dal 18 aprile (Venerdì Santo) fino al 6 maggio, ma – verrebbe da dire – che giorni: il periodo di Pasqua, i ponti lunghi del 25 Aprile e del Primo Maggio, a cui va aggiunto un generale bel tempo. Fatto sta che in poco meno di tre settimane solo al pronto soccorso dell’ospedale Misericordia di Grosseto sono arrivati ben 4.187 cittadini, di cui il 32% da fuori provincia. Turisti, in pratica. Basta fare una semplice divisione per avere la media quotidiana: 220 accessi al giorno. Prima dei ponti aprile erano intorno ai 200. Detto in estrema sintesi: «Si comincia a intravedere l’effetto estate», dice Mauro Breggia, direttore del pronto soccorso di Grosseto e del dipartimento di emergenza urgenza Asl Toscana sud est.
Il record del periodo si è raggiunto mercoledì 30 aprile, «con 283 accessi in un solo giorno. Così tanti pazienti in 24 ore – spiega Breggia – li abbiamo avuti, ma è difficile che accada il 30 aprile. Questo è un valore che di solito si raggiunge a giugno; aprile è presto rispetto ai numeri del passato. Trovarlo così anticipato ci fa capire l’aumento». Degli oltre 4mila accessi in 19 giorno, il 22% – due su dieci – sono stati trattati dal pronto soccorso pediatrico e quindi ha coinvolto giovani sotto i 16 anni, mentre il 32% - uno su tre – sono over 65.
La tipologia
Il record, come poteva essere prevedibile, lo hanno registrato i traumi in genere, da quelli più gravi a quelli minori: da soli, costituiscono il 21,16% della casistica. Al secondo posto, con 906 casi, si “piazza” il dolore addominale, e cioè un 9% rispetto al totale, in parte legato agli abusi enogastronomici di questi giorni. Poi, per un paziente fragile, over 65, «abbiamo avuto un caso di un morso di vipera grave, che ha portato il paziente – ora guarito - in terapia intensiva».
E, al di là dei numeri alti, il punto è che si parla di aumenti costanti degli accessi nel corso degli anni. «Rispetto all’anno scorso, in cui già avevamo registrato il record – sottolinea Breggia – questo primo quadrimestre (da gennaio ad aprile) abbiamo registrato un 1,5% di pazienti in più. Un incremento più contenuto se confrontato a quello emerso durante i primi due mesi dell’anno, con picchi del 6%. Da un lato questo aumento ci motiva a fare di più e a potenziarci; da questo punto di vista l’azienda ci sta dando una mano e si cerca di collaborare al massimo con gli altri dipartimenti». Un aspetto è certo: «Abbiamo necessità di essere potenziati in vista dell’estate, anche come infermieri, ma è anche necessario che si faccia un ragionamento complessivo sulla tenuta dell’ospedale. Per funzionare il pronto soccorso ha bisogno di tutto il resto, dai posti letto alle radiologie. Serve uno sforzo complessivo sinergico a cui stiamo lavorando».
Per quel che riguarda gravità dei casi e tempi di attesa medi – da non confondere con i tempi di permanenza all’interno del pronto soccorso dopo essere stati presi in carico, che tengono conto di diversi fattori – per i codici uno (gli ex rossi), che in quei 19 giorni sono stati 70 («più alto della norma», sottolinea Breggia), in senso stretto non ci sono tempi di attesa. I codici due, gravi, (318, circa 20 al giorno) hanno «avuto un tempo di attesa – spiega Breggia – di 14 minuti, quindi dentro il range regionale». A farla da padrone però durante i Ponti sono stati i codici tre: 1.910, quasi 100 al giorno, con un’attesa media di 57 minuti. Tante anche le urgenze molto differite, e cioè 1.422; attesa media 48 minuti. I codici cinque, le non gravità, hanno aspettato (sempre in media, è bene sottolinearlo) 44 minuti. «Per questi ultimi due codici – sottolinea Breggia – abbiamo predisposto due attività: il see and treat, con infermieri specificatamente addestrati e protocolli elaboratori dai primari della Toscana, e i percorsi fast truck, in cui alcune patologie minori vengono trattate direttamente da alcuni specialisti negli orari di apertura degli ambulatori, che comunque coprono una finestra sufficiente ampia». Ecco quindi come state diminuiti, sempre in media, i tempi di attesa anche per i codici minori.
«Ai cittadini – conclude Breggia – una raccomandazione bonaria: noi ci siamo, ma bisogna usare il pronto soccorso in modo consapevole, andandoci solo quando c’è necessità e non solo per saltare la fila per gli esami». L’altro fattore che incide è la carenza dei medici di famiglia. E mentre va avanti il lavoro per potenziarsi in vista dell’estate, «ci stiamo rafforzando, insieme al direttore, sotto il profilo della difesa dalle aggressioni, non solo fisiche, ma anche verbali, che non vanno sottovalutate. Stiamo portando avanti dei corsi di autodifesa, c’è stata anche una grossa catena di solidarietà con le forze dell’ordine e le istituzioni per cercare di non avere questi problemi o saperli contenere o reprimere, e ci stiamo dotando nelle aree più a rischio, che sono state mappate, di dispositivi antiaggressione».
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