Il Tirreno

Grosseto

Il caso

Grosseto, frode assicurativa per gli incidenti: avvocato condannato a undici mesi

di Pierluigi Sposato
La posizione è stata definita nell’aula dell’udienza preliminare
La posizione è stata definita nell’aula dell’udienza preliminare

Escluso il reato associativo, molte delle contestazioni sono prescritte

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GROSSETO. Un avvocato è stato riconosciuto colpevole di frode assicurativa. Avrebbe collaborato a istruire e seguire pratiche di risarcimento danni per incidenti stradali mai avvenuti. Un anno, un mese e dieci giorni la pena ritenuta equa per l’avvocato Emiliano Pagliai, 51 anni, rito abbreviato davanti al giudice Marco Mezzaluna. La pena è stata sospesa. Due gli episodi di cui è stato ritenuto responsabile, ma tra la lettura del dispositivo e il deposito delle motivazioni è comunque intervenuta la prescrizione per il primo dei due casi, risalente al 26 luglio 2017; l’altro è dell’8 novembre 2018. Pagliai è stato anche condannato a risarcire le parti civili Italiana Assicurazioni (la compagnia del primo episodio) e Axa assicurazioni, con liquidazione che sarà stabilita dal giudice civile: il dottor Mezzaluna ha intanto riconosciuto una provvisionale ad Axa per 4.080 euro.

La ricostruzione

Pagliai era finito sotto inchiesta nell’ambito di accertamenti su frodi assicurative e traffici illegali di animali da compagnia, il cui filone principale (uno degli imputati è il professor Fabrizio Carini) è invece ancora in piedi davanti ai giudici del dibattimento, chiaramente anche con le medesime questioni legate alla prescrizione. Pagliai, che ha invece scelto di essere processato all’udienza preliminare, è stato comunque assolto dall’accusa di aver fatto parte di un’associazione per delinquere (il fatto non sussiste) e da un capo di imputazione per frode processuale dell’aprile 2019 (ancora il fatto non sussiste); nei suoi confronti è stato dichiarato il non doversi procedere per due episodi di frode perché manca la querela; per altri otto episodi perché estinti per prescrizione. Il suo legale, l’avvocato Alessandro Sorace, dichiara di riservarsi di presentare appello.

Nei confronti di Pagliai, il sostituto procuratore Giampaolo Melchionna aveva sollecitato una condanna a un anno e nove mesi anche per l’ipotesi di associazione per delinquere, specificando però che, diversamente dall’accusa iniziale, l’imputato doveva essere considerato non organizzatore ma partecipe; il pm aveva poi ravvisato le prescrizioni e la mancanza di querela, poi riconosciute dal giudice. Questi ha stabilito che vi sarebbe stata un’organizzazione di persone il cui personaggio di spicco sarebbe stato Carini ma che questa non possedeva le caratteristiche proprie che individuano l’associazione per delinquere, come il vincolo permanente. Dunque, l’assoluzione.

Il giudice

Il giudice è del parere che Pagliai sarebbe stato pienamente consapevole nei due episodi (compreso quello che si è prescritto l’altra settimana) che si trattava di pratiche illecite in concorso. Lo avrebbero dimostrato gli atti delle indagini di polizia municipale e polizia stradale. Indagini partite dopo la denuncia di UnipolSai (2019) a proposito di alcuni incidenti stradali avvenuti in provincia tra il 2014 e il 2017 e per i quali erano stati pagati indennizzi; la compagnia si era avvalsa di un’agenzia di investigazioni. Le particolarità erano che in tutti comparivano le medesime persone; che non era quasi mai stato richiesto l’intervento del 118 e delle forze dell’ordine; che gli infortunati si erano rivolti per le successive cure ai soliti professionisti e al centro fisioterapico Vigor Salus di cui era titolare Carini; che lui stesso era tra gli infortunati (addirittura trenta volte in poco più di dieci anni); che tutti coloro che erano rimasti infortunati si erano rivolti all’avvocato Pagliai che aveva patrocinato le loro cause (e in un caso era lui stesso tra gli infortunati).

Pedinamenti e intercettazioni erano entrati a far parte del fascicolo di indagine, che aveva poi allargato il campo di azione anche a pratiche relative ad altre compagnie assicuratrici. Cadute dalla bicicletta per tamponamenti o investimenti o presenza di buche o macchie di olio; due cadute dalle scale: queste le tipologie di infortunio rilevate dagli investigatori. False testimonianze, relazioni mediche alterate, constatazioni amichevoli di incidenti, ricevute per le prestazioni fisioterapiche e per esami strumentali avevano costituito la base sulla quale era stato poi chiesto il rinvio a giudizio. Nell’aprile 2023 avevano patteggiato la pena (6 mesi) altri due imputati di truffa assicurativa, perché si sarebbero presentati come falsi testimoni.

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