Del Rio Le verità dell’autopsia Disposta un’ulteriore perizia
Prigioniero nel sottotetto, dubbi sulle versioni degli indagati
GROSSETO. Soffocamento o strangolamento, oppure una l’una e l’altra cosa insieme. Di più non è dato sapere.
A questo esito è giunta la squadra del professor Mario Gabbrielli, ordinario di medicina legale all’università di Siena, dopo aver eseguito l’autopsia sul corpo di Nicolas Matias Del Rio, il corriere argentino quarantenne il cui corpo era stato ritrovato in fondo al pozzo della villetta di Case Sallustri (nel Comune di Arcidosso) dove è stato tenuto sotto sequestro dopo la rapina al suo furgone (poi dato alle fiamme) che trasportava borse Gucci per un valore stimato di mezzo milione di euro.
La perizia è stata depositata pochi giorni fa, portando alla luce ulteriori dettagli sul periodo che Del Rio ha trascorso – ancora vivo – all’interno della villetta; e possibili incongruenze tra le versioni dei tre indagati per la sua morte (e per danneggiamento, rapina e sequestro di persona): Ozgur Bozkurt (nato nel 1986 in Turchia e residente ad Arcidosso), Klodjan Gjoni (nato nel 1991 in Albania e residente a Castel del Piano) ed Emre Kaia (nato nel 1996 in Turchia e residente ad Arcidosso).
I tre, infatti, in separata sede e in successione hanno parlato con i pubblici ministeri Giovanni De Marco e Valeria Lazzarini, portandoli prima al pozzo e poi – appunto – nel sottotetto dell’abitazione, dove il corriere è stato tenuto prigioniero e dove sarebbe, infine, stato ucciso. Il punto è quando, e – di conseguenza – da chi: chi andrà a processo per omicidio.
Pozzo e sottotetto, i due luoghi dove si sono concentrati i rilievi del Ris (il Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri). Due luoghi, uno all’aperto e l’altro al chiuso, esposti a differenti condizioni ambientali e meteorologiche.
Ecco perché era stata disposta una prima perizia entomologica e, pochi giorni fa, ne è stata disposta un’altra termografica, affidata alla medica legale Valentina Bugelli. Entrambe con l’obiettivo di restringere sempre di più la finestra temporale del delitto.
L’autopsia, infatti, ha fornito agli inquirenti un’indicazione con un certo grado di approssimazione, e lo stadio di sviluppo delle larve di insetto nel pozzo ha messo a disposizione altri dati; da incrociare, appunto, con quelli relativi alla temperatura del sottotetto (tenendo conto del cambio di stagione).
Una volta acquisita la perizia di Bugelli, De Marco e Lazzerini potrebbero decidere di disporre ulteriori approfondimenti. A loro volta da mettere a confronto con le analisi biologiche, chimiche e dattiloscopiche (le impronte digitali) sui reperti sotto sequestro dopo i sopralluoghi alla villetta; e con i tabulati telefonici, tra le prime prove a essere state acquisite.
Nel frattempo, sul registro degli indagati rimangono – a diverso titolo – anche gli altri cinque nomi di Niko Gjoni, padre di Klodjan e tuttofare della villetta, e Zindan Bozkurt, fratello di Ozkurt, per gli reati dei tre salvo l’omicidio; ed Elmira ed Ersiana Gjoni, madre e sorella di Klodjan, per favoreggiamento; e Georgiana Eugenia Bartic per ricettazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA