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Giglio, lo splendido faro della "Grande Bellezza" ora diventa un albergo

di Elisabetta Giorgi
Giglio, lo splendido faro della "Grande Bellezza" ora diventa un albergo

La spettacolare struttura di Capel rosso apre per la prima volta le porte ai turisti. Un’esperienza speciale per iniziare in bellezza il 2024, dopo infiniti scogli burocratici

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ISOLA DEL GIGLIO. Anche il regista Paolo Sorrentino e la sua troupe fecero tappa all’isola del Giglio con “La grande bellezza”, immortalando lo stupefacente faro di Capel rosso con la sua bianca torre esagonale adagiata su di un fabbricato a strisce bianche e rosse.

La lanterna rappresenta nel film l’icona del ricordo d’infanzia, anzi di una tenera adolescenza con quel primo e delicatissimo amore sbocciato sul mare quando il protagonista era giovanissimo. E lei, la ragazza dalla chioma bionda, sale verso la grande casa del faro, che è un simbolo del ritorno alle origini, metafora del film.

Le riprese del film coinvolsero per qualche tempo la popolazione gigliese. Adesso la sentinella del mare apre le sue porte a tutti, grazie alla sfida imprenditoriale delle tre sorelle Veronica, Viola e Gilda Mura, imprenditrici che da oltre 50 anni gestiscono CSO – Costruzione Strumenti Oftalmici – di Scandicci (azienda nota tutto il mondo).

Sono loro le proprietarie del faro, che unendosi nella società Le Esperidi hanno investito complessivamente 1,5 milioni di euro rilevando nel 2016 per 19 anni (tempo della concessione demaniale) il glorioso faro gigliese che fu costruito dalla Marina militare, e che da oggi in poi apre per la prima volta le sue porte alla ricettività offrendo un prezioso pacchetto già per questi giorni di fine anno/inizio 2024.

Già sono arrivate prenotazioni. Dopo la giornata di oggi (alle 11 partenza da Porto Santo Stefano con il traghetto auto inclusa, alle 12 sbarco al Giglio, poi light lunch al faro con degustazione di vini, alle 16 cooking classes “gnocchi perfection” con lo chef del faro, alle 19, 30 aperitivo e cena), domani alle 11 è in serbo un tour in barca a vela intorno all’isola con pranzo a bordo (3 ore), alle 16 un “relax time” in camera, con degustazione di cioccolato e assortimento di thè, alle 19 aperitivo.

E alle 21 il “dinner party” che chiude l’anno. È così che il faro spalanca le sue finestre sull’immensità del mare per salutare in bellezza il 2023 e dare il benvenuto al 2024. Lunedì 1° gennaio dalle 10 è prevista una sessione di bioenergetica con risveglio corporeo, alle 13 una visita al porto con pranzo, mentre alle 17,15 è il traghetto di rientro.

Questo il pacchetto di fine anno (1.500 euro a persona) con cui le imprenditrici battezzano di fatto l’avvio della ricettività al faro; da qui in poi chi vuole può prenotare per la data che desidera. Su Facebook c’è la pagina “Faro di capel rosso”, con cui è possibile prendere contatti e riservare una camera con affaccio sull’orizzonte. Una nuova struttura ricettiva – decisamente un unicum – si affaccia così sul mercato turistico maremmano, mentre guarda il mare da oltre 130 anni.

I lavori di restauro – severamente controllati dalla Sovrintendenza – erano iniziati nel 2018 trasformando la struttura in un bed&breakfast esclusivo con 4 camere da 40 metri quadrati, un ristorante a uso degli ospiti, una zona relax e una spettacolare terrazza osservatorio. La sfida è quella di dare nuova vita al Faro Capel Rosso e renderlo un punto di riferimento turistico per tutto l’anno, mettendo a punto soggiorni “esperienziali” in cui la faranno da padroni il mare e la natura. «Puntiamo anche – spiega Veronica Mura – al team building», che è poi la costruzione di un team, di un gruppo grazie a dinamiche che siano ludiche o legate al benessere, comunque in nome della magia del luogo.

Non è stato facile arrivare fin qui; il cammino è stato lungo. Il faro di Capel rosso fu inaugurato all’isola del Giglio nel 1883. Nel 1911 il Servizio Fari fu affidato alla Regia Marina che avviò una serie di opere per rinnovare la rete di segnalazione marittima in termini sia organizzativi che tecnologici. Anche il Faro del Capel Rosso, benché costruito di recente, fu ristrutturato più volte a causa di problemi alla statica delle coperture; inizialmente realizzata a falda con manto in embrici e tegole, la copertura fu poi sostituita per via dei forti venti che sconvolgevano il tetto. Nel 1911 venne realizzata una copertura a terrazza che solo dopo due anni fu demolita e ricostruita per problemi di staticità. In tempi più recenti dismesso, il faro è entrato pochi anni fa nell’elenco dei beni oggetto di un’iniziativa strategica di Difesa servizi per affidarli a privati. Nel 2016 la concessione è stata vinta dalle sorelle Mura, che negli anni hanno incontrato non pochi ostacoli burocratici, alcunid ei quali trascinati per anni. Per questo l’apertura è soltanto adesso. «Abbiamo avuto problemi anche con la pompa a mare. Una volta la mareggiata ce l’ha strappata via, un’altra volta è stato per colpa di un fulmine». C’è poi il problema irrisolto della strada d’accesso su cui «finora – spiega Mura – non siamo mai riusciti a trovare una soluzione condivisa». In pratica c’è un viottolo di 900 metri segnato dall’acqua e dal tempo «che ognuno percorre come meglio può» e privo di ogni manutenzione da parte degli enti.

Nonostante questo e molto altro, il faro adesso “parte”. Con l’augurio di una nuova e lunga vita. «Abbiamo trovato molte difficoltà ma finalmente siamo giunte al risultato - concludono le sorelle Mura - Presto pubblicheremo le date ufficiali di apertura, ma possiamo già accogliere gli ospiti su richiesta specifica. Stiamo lavorando anche per costruire collaborazioni con le realtà e le maestranze dell’isola. Per offrire il massimo».
 

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