Grosseto, coppia di anziani rapinata: «Faccia a faccia con i ladri, è stato terribile»
Due malviventi rubano i gioielli in un appartamento di via Lago di Varano. Quando i coniugi rincasano, spintonano il marito e afferrano lei per il collo
GROSSETO. Una coppia di anziani è stata rapinata. Lui spintonato, lei presa per il collo da uno dei due malviventi sull’uscio di casa. «Questa storia ha scosso me e mio marito, ora abbiamo paura».
È sotto choc Rita, pensionata di 72 anni che con il marito 75enne è stata aggredita e derubata in via Lago di Varano. I malviventi sono entrati nel loro appartamento (in quel momento vuoto) al quarto piano di un condominio per poi scappare quando i coniugi sono rincasati. Ladri e derubati si sono incrociati nel pianerottolo.
«In pratica abbiamo aperto la porta e loro stavano uscendo, ce li siamo trovati viso a viso e siamo stati aggrediti», racconta Rita. Uno dei due rapinatori, al cospetto della coppia, si è messo a urlare in maniera violentissima prima di fuggire per le scale insieme al compagno.
È successo tutto giorni fa, di mattina. «Mio marito e io abitiamo da soli a casa, siamo pensionati. Premetto che a casa non teniamo soldi, non abbiamo nemmeno la cassaforte».
Lui ex impiegato in un’associazione di categoria, lei ex dipendente in un ente pubblico. «Abbiamo le nostre abitudini – racconta lei – Il pomeriggio stiamo tranquilli a casa mentre la mattina facciamo una piccola passeggiata verso le 10. Andiamo poco lontano, tempo di prendere una boccata d’aria e fare il giro dell’isolato, andare al tabacchino o a prendere il pane, prima di tornare a casa verso le 11/11,30 aspettando che nostro figlio venga a pranzo da noi».
Anche quella mattina la coppia esce di casa verso le 10, va a farsi la solita camminata, ma quando torna a casa si accorge che qualcosa non va. «Appoggio la spesa a terra, nel pianerottolo, e prendo le chiavi per aprire il portoncino d’ingresso che ha due serrature, una bassa e una alta, quando mi accorgo che la serratura inferiore ha un buco. Mio marito va nel pallone, tutto stralunato capisce che sono arrivati i ladri ma spera che non siano usciti a entrare, perché la porta è ancora chiusa e la serratura superiore è intatta. Invece no. Loro sono entrati eccome, e sono ancora dentro. A un certo punto aprono la porta dall’interno e noi ce li troviamo faccia a faccia. Io davanti, mio marito alle mie spalle, una scena orribile».
I malviventi escono proprio mentre i due rincasano, forse perché hanno sentito che “armeggiare” alla porta, «o magari perché hanno appena finito di rubare. Ci aggrediscono. Uno dei due si mette a urlare fortissimo, poi spintona mio marito e prende per il collo me, mi stringe qua (indica, ndr)». Quindi molla la presa e scende a tutta birra giù per le scale, con l’altro ladro. «La nostra fortuna è stata che non ci abbiano fatto di peggio, non ci abbiano fatto cadere. Se ci penso mi sale di nuovo l’angoscia». Le grida del rapinatore risuonano per tutte le scale, così forti «che a distanza di giorni le ho ancora in testa. Non abbiamo ancora superato niente...».
I tipi sono italiani, stranieri? Difficile dirlo, «non hanno proferito parola. A volto scoperto, abbastanza giovani, sono uno più alto e corpulento, l’altro più basso mingherlino, carnagione bianca. Carnagione bianca».
La casa dentro è un disastro. Tutte le stanze messe a soqquadro: bagno, salotto, ripostiglio, stanze da letto, c’è il caos. I quadri per terra, l’albero di Natale rovesciato. «Per noi è stato come uno tsunami».
Per di più il marito, sotto choc, accusa un malore, tanto che, all’arrivo della polizia, la pattuglia avverte il 118. In fumo tutti i gioielli di una vita, ori, collane, «anche l’anello con rubino che era di mio padre morto». Ora la coppia sta rafforzando i sistemi di sicurezza. E quasi quasi metterà un cartello. «State alla larga da noi, non c’è più niente da rubare».