Commercio di vicinato in crisi «Va corretta la rotta sugli affitti»
La ricetta di Confesercenti per i negozi del centro storico della città
GROSSETO. Negli ultimi anni si è ampliato lo squilibrio tra fra negozi di vicinato e media/grande distribuzione. Una situazione particolarmente accentuata in provincia di Grosseto dove la media distribuzione organizzata è prima in Toscana nel rapporto metri quadri-abitanti: ci sono infatti 715 metri quadrati ogni mille cittadini residenti, quasi 200 metri quadri in più di Pisa, che è al secondo posto.
Particolarmente penalizzato risulta essere il commercio di vicinato, che rischia di restare schiacciato, vaso di coccio tra vasi di ferro, dalle dinamiche della grande distribuzione. Rinunciando al commercio di vicinato si perderebbe un presidio sociale nei centri storici e quartieri, ed ancor più nei piccoli borghi di cui è disseminata la Maremma.
«I nostri negozi sono un presidio per il territorio, anche di sicurezza – dice Agata Renzo, presidente del Ccn, Centro commerciale naturale del centro storico di Grosseto –. Cerchiamo di organizzare eventi, o di tenere la luce accesa. Quello che ci contraddistingue è l'unicità dei prodotti che offriamo, e un servizio personalizzato, attento. La nostra non è solo vendita al dettaglio ma un accompagnamento del cliente, alla mamma con il bambino, all'anziana sola che si ferma a fare due chiacchiere. Certo, quella con la grande distribuzione è una battaglia impari, ma la strada giusta è non rinunciare alla qualità. Sono certa che a lungo andare questi, che sono i nostri punti di forza, ci premieranno».
In questo percorso un ruolo chiave lo giocano le associazioni di categoria. «Credo – prosegue Agata Renzo – che le associazioni di categoria possano sostenerci e affiancarci in questa sfida. Per questo motivo ci siamo affidati alla Confesercenti perché ci può aiutare a tirar fuori caratteristiche e peculiarità di ogni attività. Il momento non è dei più rosei, l’estate non è andata benissimo anche se non è stata il disastro che alcuni paventavano. Aiuterebbero strategie comuni e sarebbe utile un intervento sugli affitti».
Anche Confesercenti da tempo chiede interventi pubblici per sostenere il commercio. «A livello nazionale finalmente si inizia a parlare di applicazione di cedolare ultra ridotta per i negozi nei piccoli comuni – dice Andrea Biondi direttore provinciale Confesercenti –, ma dimenticando che i borghi a rischio desertificazione commerciale sono presenti anche nei comuni medi e grandi: Grosseto, Gavorrano, Massa Marittima, Roccastrada, solo per citarne alcuni, che sono al di sopra della soglia dei 5 mila abitanti per essere nella categoria dei piccoli comuni».
Oltre a correggere la rotta dal lato degli affitti dei locali, è necessario defiscalizzare e incentivare l’innovazione dei negozi di vicinato per stimolare la messa in rete del piccolo commercio stabile ed ambulante.
«Centri storici desertificati, fondi sfitti e conseguenti problemi di sicurezza determinati dalla mancanza di presidio; osservare tale panorama e prospettiva di declino ha portato la nostra organizzazione ad iniziare un lavoro inedito sul tema della rigenerazione commerciale urbana, e fornire alle amministrazioni comunali linee guida di intervento capaci di favorire politiche di sviluppo del commercio e dei servizi» prosegue Biondi.
La proposta di Confesercenti Grosseto a favore del piccolo commercio organizzato nei Centri commerciali naturali è di affidarsi a professionalità adeguate «con l’obiettivo – spiega Biondi – di definire un programma organico di interventi (materiali e immateriali) per la riqualificazione del contesto urbano in cui insiste il Ccn, costituire un organismo di coordinamento delle iniziative infrastrutturali, culturali e promozionali, avviare un percorso di formazione ed informazione adeguato per la crescita delle competenze degli esercenti, e stimolare il ricambio generazionale e la nascita di nuovi operatori per completare l’offerta merceologica ed esperienziale del Ccn».
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