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Grosseto, nascondeva la droga in un bambolotto: condannato a sei anni

Grosseto, nascondeva la droga in un bambolotto: condannato a sei anni

Dovrà pagare anche una multa di 26mila euro: l’uomo, 38 anni, venne arrestato dopo un inseguimento nei campi

07 giugno 2023
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GROSSETO. La droga, due involucri da dieci grammi di eroina ciascuno, era nascosta nel bambolotto sul comodino della camera da letto. L’aveva scoperta la squadra mobile, nel corso della perquisizione in un’abitazione di via Orcagna. Una perquisizione avvenuta al termine di un inseguimento rocambolesco: lui aveva fatto di tutto per non fermarsi.
Quella droga, unitamente ad altra sostanza stupefacente, a materiale per il confezionamento e a denaro, ha messo nei guai con la giustizia un cittadino tunisino di 38 anni, Mohamed Ali Jemati. Che ha avuto una pesante condanna (ed è la seconda in quattro anni – la prima, nel 2019, era stata di cinque anni e tre mesi) : sei anni, 26mila euro, interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, confisca e distruzione. Perché il giudice Andrea Stramenga al termine del processo lo ha riconosciuto colpevole della detenzione a fini di spaccio e anche di spaccio stesso, ad almeno quattro tossicodipendenti. Circostanze equivalenti alla recidiva ma l’ipotesi lieve non è stata riconosciuta: in tutto, all’uomo erano stati trovati poco più di 33 grammi di eroina e 4.669 euro in contanti.
Jemati, che all’epoca (dicembre 2019) era stato arrestato e che adesso è sottoposto alla misura del divieto di dimora, era assistito dall’avvocata Maria Cristina Masetti di Firenze. Per lui la viceprocuratrice onoraria Pamela Di Guglielmo aveva sollecitato due anni, otto mesi e 17.533 euro di multa.
La polizia si era messa sulle sue tracce, senza sapere ancora chi fosse, perché venuta a conoscenza che c’era un uomo che abitava in casa di una tossicodipendente. Gli agenti si erano così appostati sotto casa e nel tardo pomeriggio del 23 dicembre lo avevano visto uscire insieme a una ragazza, entrambi in bicicletta. Quando la polizia si era avvicinata e fatta riconoscere, Jemati cercava di allontanarsi sbattendo contro lo specchietto retrovisore dell’auto di servizio e poi scappando a piedi in un oliveto. Gli agenti dietro per diversi minuti, fino a che erano riusciti a immobilizzarlo. Addosso non aveva nulla, se non un mazzo di chiavi, con le quali aveva poi aperto l’appartamento al quale aveva condotto la polizia: a casa c’era un falso passaporto, una carta di identità ma anche la droga, suddivisa in diverse confezioni nel bambolotto e in un cassetto in soggiorno. C’erano poi una bilancina, cellophane in sacchetti e rotoli, denaro, un orologio, un cellulare. Insomma, tutto l’occorrente per lo spaccio. Spaccio che era stato poi accertato dopo che gli agenti avevano recuperato i nominativi di quattro clienti, che avevano riconosciuto Jemati, da loro conosciuto come “Dali”. Al momento di entrare in carcere, gli agenti della polizia penitenziaria avevano scoperto in una tasca del giaccone di Jemati altri otto involucri di eroina, per quasi due grammi. 
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