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Il guardia parco della Maremma va in pensione: Beppe saluta dopo quasi quarant’anni

Il guardia parco della Maremma va in pensione: Beppe saluta dopo quasi quarant’anni

Anselmi era entrato con il concorso del 1985: è stato il promotore di vari progetti

31 marzo 2023
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GROSSETO.  Era il 1985. Il Parco della Maremma compiva il suo primo decennio di vita e tanti giovani si apprestavano a partecipare al concorso per diventare guardia parco. Tra questi, c’era anche Giuseppe Anselmi (in foto), meglio conosciuto come Beppe. Sperava di vincere il concorso, d’altronde le conoscenze naturalistiche non gli mancavano di certo, ma non poteva immaginare che con il suo lavoro avrebbe aiutato a scrivere la storia del Parco.

La storia, il presente e addirittura il futuro. Sono passati quasi 40 anni e per Beppe è arrivato il momento di salutare il suo adorato lavoro. Ha compiuto 67 anni lo scorso 22 marzo ed è arrivato il momento di andare in pensione. Da domani lascia la divisa che ha indossato per tutti questi anni. È il primo ad andare in pensione tra le guardie parco vincitrici del concorso del 1985. Innamorato della natura e profondamente curioso, ha sempre continuato a studiare, a fare ricerca, e ha collaborato con diverse università, oltre ad aver partecipato a molti programmi scientifico-culturali. Una delle sue ultime ricerche riguarda l’invasione delle acque maremmane da parte del granchio blu. La tutela degli animali è sempre stata una sua priorità: ha partecipato alla realizzazione di nidi artificiali per le ghiandaie marine e per il falco pescatore e ha portato avanti iniziative per la protezione del fratino. Prima di diventare guardia parco, Beppe era entrato a far parte del Wwf. Aveva studiato per diventare geometra, poi aveva frequentato l’università per diventare assistente sociale. Aveva fatto anche il ceramista. La competenza acquisita gli ha permesso di realizzare tanti oggetti, pannelli illustrativi e didattici per il Parco e per altre istituzioni o percorsi naturalistici in provincia. Insieme al figlio Marco ha anche realizzato dei pannelli per guidare le persone non vedenti, permettendo loro di visitare e conoscere meglio il Parco. E ancora, dei “sentieri di pace”, applicando in varie zone dei percorsi dei pannelli con poesie o disegni.

Beppe, un po’ guardia parco, un po’ insegnante: in questi anni, attraverso centinaia di attività didattiche organizzate con scuole e associazioni ha potuto trasmettere ai più giovani i valori della natura e del Parco stesso, organizzando visite guidate e diverse attività. Il lavoro della guardia consiste anche nel controllare che nessuno infranga le regole del Parco. «Uno degli aneddoti preferiti di Beppe è quello che lui ama definire “il pescatore sogliola”», racconta Luciano Minucci, anche lui guardia parco che negli ultimi anni era spesso in servizio in coppia con Anselmi. «Era notte. Beppe e un altro collega – racconta Minucci – si trovavano a bocca d’Ombrone. Notarono a distanza un pescatore intento a pescare nell’area protetta del Parco, in una zona assolutamente vietata alla pesca. Cercarono di avvicinarsi senza farsi sentire – continua –, ma una volta arrivati nel punto in cui pensavano di trovare il pescatore c’era solo l’attrezzatura. Si domandarono dove fosse finito. “Mah. In ogni caso, qui in terra ci ha lasciato un bel cappello”, disse Beppe scherzando e prendendo il cappello, che si trovava tra i tronchi e la sabbia. Tirando su il cappello – continua Minucci –, vide il viso dell’uomo. Lo ha ribattezzato il “pescatore sogliola”, perché si era nascosto sotto la sabbia, i rami e il cappello per cercare di non farsi beccare», racconta ancora Minucci ridendo. Tanti i momenti passati insieme in questi anni, e non condividere più il turno di lavoro sarà difficile. «Dopo tanti anni di lavoro insieme, il pensiero che lasci mi provoca tanta emozione», dice.

C’è anche chi ha lavorato con lui solo per pochi mesi, ma sono stati più che sufficienti per capire il valore di Anselmi. «Voglio considerare il pensionamento di Beppe Anselmi un grande equivoco – dice il presidente del Parco, Simone Rusci –. Beppe “crede” di andare in pensione, ma né lui né il Parco possono fare a meno l’uno dell’altro. Continuerà, ne sono sicuro, a collaborare alle tante iniziative di educazione ambientale, di supporto alla ricerca scientifica e di divulgazione che lo hanno da sempre visto protagonista. Considero quindi il suo pensionamento – continua Rusci – solo un’occasione formale per ringraziarlo per il lavoro svolto e per la passione che ha saputo trasmettere a tante persone, me compreso. Gli auguro di iniziare una nuova e proficua stagione della sua vita, sempre nel Parco s’intende, magari con un orario un po’ più flessibile. Vedremo». Insomma, servirebbe un libro per raccontare tutto ciò che Giuseppe “Beppe” Anselmi ha fatto in 38 anni di attività dentro al Parco. Ma è arrivato il momento della merita pensione.

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