Il Tirreno

Grosseto

In tribunale

Grosseto, aggredì la moglie e il compagno: chiesto il processo per il poliziotto

di Pierluigi Sposato
Il Tribunale di Grosseto
Il Tribunale di Grosseto

Caduta l’ipotesi di maltrattamenti, la difesa contesta il sequestro di persona

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GROSSETO. La Procura di via Monterosa ha chiesto il processo per il poliziotto che poco meno di un anno fa – era il 26 marzo 2022 – aveva aggredito la moglie e il nuovo compagno di lei, in una zona residenziale di Castiglione della Pescaia.

Sequestro di persona per aver trattenuto i due contro la loro volontà, lesioni, violazione di domicilio sono le imputazioni contenute nel capo di imputazione, che non fa alcun riferimento invece all’ipotesi di maltrattamenti di cui sarebbe rimasta vittima la donna: questa ipotesi inizialmente contestata era stata stralciata dal fascicolo principale, con richiesta di archiviazione perché infondata, una richiesta formulata nel corso dell’estate scorsa. Nessuna condotta abituale da ricondurre a maltrattamenti protrattisi nel tempo, dunque, ma un episodio isolato, quello del 26 marzo.

Questo è quanto si ricava dal capo di imputazione, che contiene le aggravanti del fatto commesso ai danni del coniuge e dell’impiego del calcio della pistola e del casco da motociclista per compiere i gesti di violenza che sarebbero avvenuti quella sera: la donna sarebbe stata colpita con la parte dell’arma, il casco sarebbe stato usato per colpire entrambi ripetutamente. Il poliziotto era arrivato in quella località, a casa di lui, in motocicletta.

La Procura ha chiesto il processo ed è stata fissata l’udienza, dopo la metà di maggio, il fascicolo sarà trattato dal giudice Sergio Compagnucci. Nel frattempo il poliziotto, assistito dall’avvocato Riccardo Lottini, deciderà quale strategia difensiva seguire. «Posso già anticipare – dice l’avvocato Lottini – che contestiamo l’ipotesi del sequestro di persona: si è trattato di un fatto repentino, non c’è compatibilità con quanto previsto da quell’articolo». Lottini si dice anche soddisfatto che sia caduta l’accusa di maltrattamenti, ritenuta particolarmente infamante dalla difesa. E sulle altre contestazioni, il legale spiega che «la pistola non è stata usata come corpo contundente». Spetterà a giudice valutare se gli elementi si riveleranno tali da consentire un processo che possa portare a una ragionevole previsione di condanna, secondo la nuova formulazione dei decreti che dispongono il rinvio a giudizio (oggi “prosecuzione del processo»). Quello che è sicuro è che non ci saranno parti civili: già da tempo c’è stata una transazione, le parti hanno accettato il riconoscimento economico, nessuno si costituirà contro il poliziotto.

Questi era stato arrestato subito dopo i fatti: dopo l’aggressione si era allontanato, era partito l’allarme e i carabinieri e la stessa polizia si erano messi alla ricerca. Il poliziotto era andato a consegnarsi in Questura, poco dopo, aveva raccontato ciò che era successo, i colleghi lo avevano ascoltato e poi convinto a consegnare l’arma. Poi lui era stato ricoverato in ospedale, sempre in stato di arresto, con piantonamento, come deciso dal giudice. Poi tutte le misure erano cessate dopo qualche settimana. Il poliziotto è ancora sospeso dal servizio.


 

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