Scuola Monte Bianco, la rabbia di una mamma: «Poca chiarezza»
Elena Merlini, rappresentante di classe, sul crollo degli iscritti
GROSSETO. «Il sindaco ha annunciato che gli studenti della scuola di via Monte Bianco rimarranno dove sono durante la costruzione del nuovo edificio, ma tutti pensano che ci siano ancora i container in ballo. Questa faccenda non è stata esposta in modo chiaro».
Elena Merlini è la rappresentante di classe della terza A a tempo pieno, la mamma di un bambino di nove anni, che rischia di avere nel prossimo anno una nuova maestra, la quarta in quattro anni, visto che quella attuale, se le cose rimarranno così, potrebbe essere una perdente posto ed essere riassegnata a altro istituto.
Nei giorni scorsi, sulla nuova scuola di via Monte Bianco sono intervenute le opposizioni (con una nota congiunta di Bartolini, De Martis e Gori) , che hanno chiesto le dimissioni dell’assessora Angela Amante, che ha replicato incassando il sostegno della Lega. Oggi arrivano però le sensazioni, le opinioni di chi vive quotidianamente la scuola e pensa al futuro degli studenti.
«L’insegnante della terza A – spiega Elena Merlini – è l’ultima arrivata e quindi la prima ad andare via se dovesse essere saltare una classe, visto che sono quaranta le iscrizioni in meno alla prima classe rispetto allo scorso anno. L’altra perdente posto dovrebbe essere della quinta. Prima di pensare ai lavori, ci si dovrebbe interrogare su questi problemi, che sono dovuti principalmente alla poca chiarezza. Se al momento di fare la domanda per il Pnrr il progetto prevedeva i lavori senza spostamenti, perché è stata fatta tutta questa confusione, che ha finito per mandare in crisi i genitori? Credetemi, nessuno, tra i genitori, si è mai posto il problema della sicurezza. Il mio problema personale non interessa a nessuno – aggiunge Elena Merlini – si pensa inutilmente ai lavori. La dirigente durante la commissione consiliare ha riferito che qualche genitore è preoccupato per i lavori. Ma dal mio punto di vista sono chiacchiere e posso portare una testimonianza. Lo scorso anno è stato ristrutturato il padiglione di via Capodistria e alcuni classi sono state spostate momentaneamente in via Monte Bianco, prima di tornare nella loro classe, senza nessun tipo di problema».
«Tanti genitori – continua – non hanno iscritto i bambini perché non avrebbero voluto mandarli nei container, che tra l’altro potevano essere una buona soluzione, o in altri locali, ma anche perché ogni giorno si susseguivano notizie diverse senza fondamenta. Ripeto, la colpa principale è della poca chiarezza. La valutazione andava fatta dopo le iscrizioni, non prima, di tempo ce n’era, senza mettere in agitazione i genitori, visto che ad oggi questa valutazione di fattibilità senza progetto non può essere fatta. Ho letto quello che è stato scritto, ho votato la maggioranza, ma devo dire che in questo caso le opposizioni hanno ragione su tutto».
Ma a questo punto cosa succede? «Purtroppo non si possono riaprire le iscrizioni, ma possono essere effettuati trasferimenti. E chi magari vive da queste parti potrebbe farlo. Sono state fatte 36 iscrizioni e basterebbero anche otto trasferimenti per salvare la classe, ma non solo per noi. Ma perché la nostra scuola non è solo mura, ma tante persone che amano i nostri bimbi. I nostri bambini sono la scuola, e quei bambini non sono numeri ma persone così come le maestre e gli Ata. Chi è intenzionato deve solo capire che non saranno soli. Quando una mamma iscrive il proprio bimbo a scuola le paure sono tante, la prima vedere i propri figli crescere, il non conoscere nessuno, i compiti e non sapere cosa succederài».
Nel botta e risposta dei giorni scorsi, sia le opposizioni che la Lega hanno chiamato in causa anche l’assessore ai lavori pubblici Riccardo Ginanneschi, che per sua scelta ha deciso di non replicare: «Dirò la mia nel momento in cui riceverò la progettualità».
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