Caldo “Fuga” dal cantiere
La Filca Cisl invoca la cassa integrazione nelle ore torride della giornata per tutelare i lavoratori da possibili malori e ridurre infortuni e malattie
GROSSETO. «Non uscite nelle ore più calde del giorno e non state sotto la luce diretta del sole». Sono alcuni dei consigli che in periodi di caldo estremo, come quello che stiamo vivendo, vengono più spesso pronunciati dagli esperti.
C’è, però, chi non si può permettere questo lusso. Ad esempio i lavoratori dell’edilizia che, spesso, si trovano a lavorare fuori, sui ponteggi dei cantieri o addirittura sui tetti dei palazzi.
Per questo Filca Cisl - la Federazione italiana lavoratori costruzioni e affini - lancia un appello alle imprese del settore: «Cassa integrazione o buone pratiche per ridurre gli infortuni sul lavoro e le malattie».
Come spiega il responsabile della federazione della sede di Grosseto Fabio Carruale è necessario fare qualcosa per tutelare i lavoratori.
«Sono sempre più esposti a colpi di calore - dice Carruale - Lavorare sui ponteggi con alte temperature comporta un fattore di grande rischio ed è per questo che invitiamo a utilizzare la cassa integrazione».
In pratica, si tratterebbe di far lavorare i dipendenti la mattina, fino alla pausa pranzo, e di fare la cassa integrazione durante le ore pomeridiane, quando le temperature raggiungono i picchi massimi.
«Questa - continua Carruale - è una soluzione che viene spesso adottata per altri eventi meteorologici, come quando ci sono bufere o forti piogge, ma che quasi mai viene utilizzata con le temperature oltre la soglia di sicurezza».
Le imprese potrebbero inoltre iniziare a lavorare prima, verso le 6 del mattino, così da sfruttare le ore più fresche, e lavorare fino alle 14. In questo caso non ci sarebbe neanche bisogno della cassa integrazione. Ovviamente non si può iniziare troppo presto se il cantiere si trova in un condominio, ma solo in costruzioni ex novo abbastanza distanti dalle altre abitazioni o in campagna, ad esempio.
Negli altri casi, invece, la cassa integrazione potrebbe essere una buona soluzione per cercare di evitare colpi di calore, infortuni o l’insorgere di malattie.
A Grosseto, comunque, sono poche le imprese edilizie che hanno scelto di anticipare l’orario di lavoro. Inoltre, a oggi non risulterebbero esserci imprese che hanno richiesto di cassa integrazione all’Inps.
Certo è che in un periodo in cui il lavoro nel settore è aumentato a dismisura rispetto ai difficili anni passati, ridurre l’orario non è tra i primi pensieri delle aziende, ma bisogna tener conto della salute dei lavoratori.
Fuori discussione la possibilità di fare l’orario spezzato (ad esempio, dalla mattina alle 5 fino alle 10 e il pomeriggio dalle 17 alle 20).
«Lavorare in cantiere non è come lavorare in fabbrica - dice Carruale - spesso i cantieri sono lontani e richiederebbe troppo tempo per i lavoratori andare e tornare più volte al giorno».
È raro, inoltre, che i lavoratori del settore si rifiutino di lavorare sul tetto o sui ponteggi nelle ore più calde, salvo che non ci siano situazioni particolari. Sta all’azienda cercare di gestire le fasi lavorative in modo da aggravare il meno possibile la situazione, già resa estremamente difficile dalle temperature che hanno sfiorato i 40 gradi.
Ci sono fasi del lavoro, come ad esempio quando si deve mettere con la fiaccola la carta catramata sul tetto, che dovrebbero essere fatte solo nelle ore più fresche.
È inoltre importante che anche i lavoratori siano attenti. Non è raro vedere nei cantieri persone senza maglietta, sotto la luce diretta del sole, e senza cappello, il che non fa altro che aumentare la possibilità di sentirsi male. Per fortuna in queste ultime settimane non sono state registrati in Maremma infortuni sul lavoro dovuti al forte caldo, ma i rischi non devono essere sottovalutati. Né dai datori di lavoro, né dai lavoratori stessi.
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