Uccise la fidanzata a coltellate. Quattro ore di interrogatorio per Stefanini, rischia l'ergastolo
Nicola Stefanini, l’operaio di 48 anni originario di Saline di Volterra, è in carcere dal 12 agosto perché ritenuto responsabile dell’assassinio della fidanzata Silvia Manetti
MONTEROTONDO MARITTIMO. Quattro ore di interrogatorio per Nicola Stefanini, l’operaio di 48 anni originario di Saline di Volterra in carcere dal 12 agosto perché ritenuto responsabile dell’assassinio della fidanzata Silvia Manetti, 45 anni, originaria di Pelago (Firenze), due colpi di coltello al collo della donna, seduta sul sedile passeggero del Fiat Doblò con il quale la coppia stava tornando a casa, la notte precedente. Fu lui a chiamare i carabinieri: «Venite l’ho uccisa».
Stefanini, detenuto in via Saffi, è stato portato negli uffici della Procura di via Monterosa: qui è stato interrogato dal pm titolare del fascicolo, Anna Pensabene, assistito dall’avvocato Tommaso Galletti. L’interrogatorio è avvenuto qualche giorno fa. In quelle ore, Stefanini ha raccontato cosa era avvenuto nelle ore precedenti al delitto e ha cercato anche di dare una spiegazione per ciò che era avvenuto sulla strada 398, di ritorno dalla cena per festeggiare il loro terzo anniversario. In precedenza, avevano abitato insieme vicino ad Altopascio.
Interrogato all’epoca all’udienza di convalida con il giudice, Stefanini aveva pianto spesso, mentre cercava di mettere a fuoco quella serata. Tanti i «non ricordo». Aveva negato che ci fosse una forma di gelosia di mezzo, aveva spiegato che se litigavano – e litigavano – era per i figli di lei, 10 e 14 anni, per il ruolo di lui che non si vedeva abbastanza riconosciuto nella nuova famiglia. Adesso, passati due mesi dal femminicidio, Stefanini deve aver ricostruito più lucidamente e, considerata anche la durata dell’interrogatorio, anche dettagliatamente cause e dinamica. Poi è tornato in carcere. Le indagini devono essere ancora chiuse. Stefanini rischia l’ergastolo.
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