Il Comune prende brutti voti sugli appalti
Fondazione Etica presenta i risultati che misurano la capacità amministrativa: poca liquidità, bene bilancio e personale
Giovanna Mezzana
grosseto. Forse non tutti sanno che si può misurare quanto un Comune è capace di amministrare. E lo si può fare utilizzando un metro scevro di connotazione politica: nei giorni in cui la campagna elettorale volge al termine, è un tema pregnante perché tutti i buoni proponimenti dei candidati al ruolo di primo cittadino possono finire alle erbacce se non c’è una macchina amministrativa comunale che funziona.
Come si fa?
La capacità amministrativa di un Comune dunque si può pesare – non tanto per dare i voti quanto per capire se ci sono margini di miglioramento a vantaggio dei cittadini – e lo si può fare “con obiettività” indagando “lo stato di salute” di un municipio da più prospettive. La capacità di spesa e di riscossione. L’indebitamento. Il raggiungimento degli obiettivi. Il livello di digitalizzazione. La quantità di servizi erogati ai cittadini e i tempi entro cui possono goderne. La spesa per il personale. La gestione del sistema degli appalti. Le misure anticorruzione. La gestione dei rifiuti e dell’acqua.
la classifica
È ciò che ha fatto Fondazione Etica, per tutti i 109 i comuni sede di capoluogo di provincia, scatenando in alcuni casi l’ira dei sindaci: da Imperia a Cosenza. L’ha fatto anche per il comune di Grosseto e ieri nella sala consiliare del palazzo civico sono stati presentati i risultati. In questo quadro complessivo con le prestazioni dei 109 municipi d’Italia – dove i migliori sono al nord ma al secondo posto compare Prato, tra Reggio Emilia e Bologna – Grosseto è nella condizione di quello studente che a fine anno arriva con una media di voti “tra il cinque e il sei”. Senza infamia né lode. C’è da notare però che ha anche punte di eccellenza. Ha poi “aree” per cui dovrebbe migliorare e di molto, come quella degli appalti dove porta a casa il peggior risultato.
dove va bene
Disaggregando il cosiddetto rating pubblico per sei aree – bilancio, governance (cioè capacità di raggiungere obiettivi), gestione del personale, servizi e cittadini, appalti e fornitori, ambiente – il comune di Grosseto risulta superare la media nazionale nelle seguenti aree: il bilancio, con il 68 per cento contro la media del 59; e il personale, con il 65 per cento contro la media del 44; si tenga conto che anche i municipi migliori di solito non raggiungono la soglia del 100 ma si attestano al 75 per cento. I voti migliori, dunque, sono nei comparti che negli ultimi cinque anni sono stati di competenza dell’assessore alle finanze Giacomo Cerboni, ha ricordato Paola Caporossi, presidente ad onore di Fondazione Etica. Sull’area bilancio, Grosseto si distingue per una buona autonomia finanziaria, che supera il 96 per cento: significa che può fare da solo, con le imposte e le tariffe che drena, e non è dipendente dai trasferimenti statali. Non solo: tassa tanto o tassa poco i suoi cittadini? Tassa il giusto, né tanto, né poco: la pressione finanziaria pro-capite si attesta su valori medi, al di sotto di mille euro pro capite. Alta è la sua capacità di riscossione, e un Comune deve saper riscuotere. Impiega le sue risorse di bilancio ma le spende anche – come è giusto che sia – per l’86 per cento. Ha tredici partecipate – che non devono essere percepite come “carrozzoni” perché le società partecipate sono pensate per snellire l’azione amministrativa – di cui undici in attivo. Presenta una bassa spesa per il personale in termini pro-capite (218 euro). Ed è nella media sul fronte della spesa per gli investimenti così come risulta nella media l’indebitamento. Mentre ha avuto un grande recupero – per cui ha ottenuto persino un bonus – sui tempi di pagamento dei fornitori.
dove va male
Ci sono, però, due indicatori che pesano negativamente sulla gestione finanziaria dell’ente: il ricorso alle anticipazioni di tesoreria (69 per certo) e il mancato rimborso entro l’anno per il 5 per cento, ciò vuol dire che il Comune ha problemi di liquidità, secondo la Fondazione Etica. Ma non è qui che la capacità amministrativa si inceppa di più, bensì nell’area appalti, dove ottiene un risultato di 26 su 100: e ciò si spiega per l’alto numero di affidamenti diretti sul totale degli appalti – fatto 100 il totale degli appalti, gli affidamenti diretti sono del 90 per cento, l’88 per cento nel 2020 – sia in termini di numero che di importo complessivo.
e l’ambiente
Veniamo all’ambiente: e qui gli esperti si aspettavano, probabilmente, per la Maremma della biodiversità performance migliori: ha un’alta qualità dell’aria e risulterebbe assente l’inquinamento acustico, ma ha una elevata dispersione dell’acqua immessa pari al 49 per cento – e qui il messaggio è anche e soprattutto per Acquedotto del Fiora – oltre che a un basso livello di verde urbano: chi l’avrebbe mai detto?
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