Un tappeto d’acqua e fango a Montieri Paura nel borgo: ora si contano i danni
Un pezzo di collina sarebbe venuto giù spinto dalle forti piogge cadute durante la nottata Terra e detriti hanno invaso cantine e strade: in serata il sopralluogo del neo presidente della Regione
montieri
Il pavimento del fondo è ricoperto da un tappeto d’acqua marrone. La padrona di casa spinge con una scopa la fanghiglia verso la soglia d’ingresso dove il marito, Mario Vichi, con una pala la getta fuori. L’auto parcheggiata fuori è stata appena ripulita. All’alba, quando la coppia è riuscita finalmente a uscire da casa, era ricoperta completamente di fango. «È durato tutto mezzora», spiega Vichi. «Forse meno», dice la moglie.
La loro casa si trova in via del Poggio, nella parte più alta del paese che dà verso la cima della collina, la prima ad essere investita dall’onda di fango e detriti. È da questo punto, dove ancora nel pomeriggio operai e volontari lavorano con le pale, che è partita la frana che ha travolto Montieri, per poi scendere lungo le scalinate della Salita del Vicinatino fino al parcheggio di fronte al comune, dove sono saltati anche i tombini delle fognature. «È già successo diverse volte, ma mai così», racconta Sauro Frati, altro residente di questa zona.
Nessuno, neanche i più anziani, ricordano scene simili. Stando alle rilevazioni, sono caduti oltre 70 millimetri di pioggia in meno di un’ora. Tanta acqua caduta sul versante più ripido della collina, dove ha preso forza e raccolto tutta la terra e i detriti che ha trovato lungo la discesa, fino ad arrivare al fosso che costeggia l’abitato, caricandolo così tanto da farlo cedere.
L’onda di fango sembra aver seguito un corso già disegnato nel cuore del borgo. C’è un fosso vicino a via del Poggio, il fosso del Nebbiaio, e da sempre raccoglie la pioggia che cade sulla collina. Quando ne cade troppa, ecco che ne lascia andare un po’ lungo i viottoli del borgo. «Le altre volte creava degli allagamenti però, mica un disastro simile», prosegue Frati. Questa volta lungo la scalinata del Vicinatino non si è creata una piccola cascatella d’acqua, ma è scesa una frana vera e propria. «Io sono stato svegliato alle due di notte dalle pietre che sbattevano contro i vetri della finestra», racconta Vichi.
La salita del Viottolino (così si chiama la via) a metà pomeriggio è un via vai di persone e mezzi che corrono sul fango ancora presente a terra. C’è chi raccoglie pietre venute giù dalla collina e ammassate di fronte alle porte delle abitazioni, chi cerca di salvare il salvabile dalla propria cantina, chi si guarda intorno e cerca di capire come poter essere utile. «Questo è nulla: doveva vedere stamani – spiegano le persone – C’era circa un metro e mezzo di fango».
Un disastro che ha creato danni ingenti al patrimonio pubblico e ai privati, che hanno perso cantine, fondi, auto e altre proprietà. Ma intorno alle 16, quando nel cielo grigio ha iniziato a farsi spazio qualche sprazzo di azzurro, la montagna di fango era già stata per buona parte cancellata. Merito della catena di solidarietà partita immediatamente: già dalle prime ore del mattino gli operai del Comune e dell’Unione dei Comuni si sono messi al lavoro per ristabilire una parvenza di normalità e nel giro di poche ore sono arrivati in loro aiuto sia gli uomini del volontariato istituzionale, quale la Vab, sia amici di paesi vicini che come hanno staccato dal lavoro hanno impugnato guanti e pala per poter togliere i detriti di torno.
Ci sono aziende del territorio che hanno dato immediatamente la loro disponibilità per aiutare il borgo, mentre al sindaco Nicola Verruzzi ha telefonato anche l’ex collega di Volterra Marco Buselli, spiegando che quanto prima si sarebbe precipitato a Montieri per dare una mano.
Verruzzi a metà pomeriggio ha ricevuto anche un’altra telefonata: quella del neo presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che ha annunciato la sua visita in serata nel paese per constatare di persona i danni e la situazione. I danni sono stati molti, come detto, ma per fortuna non ci sono stati feriti né peggio.
«Fosse accaduto nel pomeriggio...», sospira una signora. Fosse accaduto nel pomeriggio, vista la forza e la celerità di come è venuta già la frana, forse dovremmo raccontare un’altra storia.
Ci sono due versioni su cosa sia accaduto: una è quella che si rincorre in piazza, secondo cui il fango caduto è quello del fosso che ha ceduto; l’altra è quella di cui si discute in Comune, secondo cui quella che ha portato l’acqua con sé è uno strato superfluo di terra depositato sulla collina, ancora non compattata con il resto del suolo. «La prima acqua dell’autunno ha fatto venir giù un pezzo di collina», è l’ipotesi che circola in Comune dopo i primi sopralluoghi.
Ne sono stati fatti d’interventi in questo punto del poggio, sia con casse di espansione sia con interventi di ingegneria naturalistica. Progetti destinati a scongiurare proprio simili evenienze. Ma la potenza dell’acqua, caduta nella notte come mai nessun montierino aveva visto prima, è stata più forte. —