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Grosseto

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Fibra ottica, lavori conclusi ma l’allaccio ad internet non c’è

Giovanna Mezzana
Fibra ottica, lavori conclusi ma l’allaccio ad internet non c’è

Il sindaco alza il velo su una falla che «riguarderà presto anche altri Comuni» E annuncia: «Se il problema non verrà risolto, non pagherò un euro di lavori»

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Monterotondo Marittimo, il paese delle Biancane, è il primo Comune della Provincia di Grosseto dove si sono conclusi i lavori di cablaggio per portare la fibra ottica nelle case. Ed è anche tra i primissimi in Toscana. Si tratta però di un record che – almeno per il momento – sa di beffa. I cantieri per stendere la banda ultralarga sotto il manto stradale, ovunque nel paese – a cura della Sirti spa – sono stati chiusi cinque mesi fa, ma l’allaccio ad internet non c’è. «Abbiamo una infrastruttura favolosa – dice il sindaco Giacomo Termine – ma è spenta. Non va su internet. E né Telecom né altri gestori intendono sobbarcarsi i costi di predisposizione. Se non verrà risolto il problema, io non tirerò fuori un euro dalle casse del mio Comune per la quota parte dovuta» da Monterotondo Marittimo sul totale della spesa; e cioè circa 150mila euro (secondo un primo calcolo prudenziale), somma che corrisponde al 50% dell’investimento: l’altra metà è garantita invece dal ministero per lo sviluppo economico (Mise).



In alcuni municipi della Maremma e dell’Amiata non ci sono neppure le tracce per i cantieri con cui dovrà essere stesa la fibra ottica. In altri, i lavori sono in corso, realizzati da Open Fiber, società partecipata da Enel e da Cassa Depositi e Prestiti: a Grosseto si lavora da mesi, a Santa Fiora il taglio del nastro c’è stato venerdì, per esempio. E Monterotondo ha già finito. Perché il paese delle Biancane era stato scelto come Comune-pilota nel quale realizzare una rete per la banda ultralarga «particolarmente performante» dettaglia il sindaco. Qui i lavori sono cominciati prima rispetto alla calendarizzazione dei cantieri che discende dai due maxi bandi aperti da Infratel, società inhouse del Mise, vinti da Open Fiber, e per cui l’Italia spenderà 3,5 miliardi di euro di fondi Ue per dotare lo Stivale di una rete per la trasmissione di dati ad altissima velocità. Per Monterotondo doveva rappresentare un privilegio. E invece?



«Una volta fatta la rete, che è pubblica e di proprietà di Infratel – spiega Termine – essa deve essere attivata da un gestore. Telecom dice di non essere disponibile e anche altri operatori ci hanno risposto picche. Non hanno interesse». Il piccolo borgo delle Biancane non è economicamente attraente. Gli utenti sono pochi: non è Milano ma neppure Grosseto. Ma la superbanda non doveva portare l’accesso al cyber spazio ovunque e a chiunque, soprattutto a chi fino ad ora ha subito il cosiddetto “Divario digitale”? «Qui ci sono zone dove ancora si naviga ad 1 Mega» dice il sindaco che, intanto, ha escogitato un piano B: «Il Comune aprirà un bando – annuncia Termine – che prevederà un contributo di 30mila euro per il gestore che sosterrà l’onere finanziario di attivare la rete. E sia chiaro: noi ce ne siamo accorti per primi perché per primi abbiamo terminato i lavori, ma il problema riguarderà anche altri comuni». Reti realizzate da Open Fiber a parte – per cui gli addetti ai lavori sostengono che questo problema non si presenterà –in Provincia di Grosseto ci sono altri tre comuni “sperimentali”: Roccastrada, Castel del Piano e Capalbio. –



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