Il Tirreno

Grosseto

I dischetti di plastica si trasformano in spille di design - Video

di Giovanna Mezzana
I dischetti di plastica si trasformano in spille di design - Video

Capalbio: dopo l’invasione delle spiagge, tessitrice propone. «Raccoglieteli e io ci ricamerò sopra fenicotteri e gabbiani»

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CAPALBIO. I dischetti di plastica che hanno invaso le spiagge della Maremma e del Belpaese diventeranno un gingillo da indossare. L’originale idea arriva da Capalbio: qui la fiumana di filtrini non ha risparmiato neppure l’Ultima Spiaggia, il mini-paradiso marino dei vip, che l’immaginario collettivo ripone nell’Olimpo dei luoghi più belli dello Stivale. L’idea è di Laura Rovida, 39 anni, designer tessile artigiana. Una passeggiata di una settimana fa sulla battigia della Piccola Atene – ancora devastata dalla marea di plastica – ha suggerito una sorta di “missione” all’artista, la cui filosofia creativa è legata a doppio filo –è proprio il caso di dirlo – a tutte le buone pratiche dell’ecosostenibilità: nobilitare quell’invadente rifiuto trasformandolo non solo in un oggetto gradevole e con una sua intrinseca preziosità ma persino metasignificante: simbolico. Su quei dischetti lei ricamerà fenicotteri e gabbiani.

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Sulla spiaggia. «Sulle coste tirreniche sono milioni. Sono un disastro ecologico – dice Laura Rovida – Se passeggi in riva al mare non puoi non accorgerti di quei dischetti, la cui vista è deprimente. Che tristezza... tant’è che ti viene spontaneo raccoglierne il più possibile per toglierli da lì». Così ha fatto Laura con l’intenzione di gettarli nei cassonetti della raccolta differenziata per la plastica.

L’idea. Poi però l’estro ha fatto venire in mente una soluzione alternativa all’artigiana-artista «Tenendoli in mano – spiega – ho notato che la struttura del dischetto corrisponde esattamente a quella dei tessuti garzati che utilizzano le ricamatrici. E quindi mi sono detta: perché non ricamare su di essi?». Laura ha una vera e propria “fissazione” per i fenicotteri, tant’è che aveva già “miniaturizzato” la silhouette del volatile trampoliere quando studiava in Inghilterra, al Bradford College – dove, iscritta a Fashion and Textile Design, nel 2010 si è specializzata in tessitura: l’ha ripresa in mano et voilà, è nata la creazione numero zero (nella foto), il dischetto-spilla di Rovida Design (il suo marchio) ricamato in.. seta ecologica. Nel “campo” di ogni gingillo ci sarà o un fenicottero o un gabbiano: «I primi – spiega – sono il simbolo di Capalbio e di Orbetello, di Burano e della Laguna, i secondi sono l’icona del mare. Indossare la spilla significherà aver preso la decisione di stare dalla parte del mare pulito e dell’ecologia».

Il progetto. Adesso Laura è al lavoro nel suo laboratorio-show room di Capalbio Scalo, in piazza delle Regioni, (tra il forno e la lavanderia). Appena pronte, le spilline verranno vendute e il 20 per cento del ricavato sosterrà un progetto di conservazione delle spiagge in collaborazione con le Oasi Wwf della Maremma. «Ne farò quante me ne verranno richieste» dettaglia la designer tessile. E visto che l’obiettivo è quello di raccogliere fondi per le Oasi di Burano e di Orbetello, in particolare, la tessitrice lancia alla comunità una piccola richiesta di aiuto collaborativo: «Se vi va – dice a tutti – andate in spiaggia, raccogliete i dischetti e portateli al mio laboratorio».

Doppio significato. Per Laura quei dischetti rigenerati – nobilitati – raccontano anche un’altra storia che sottende all’originale idea: «Progetti come questo – dice – possono sostenere le piccole imprese locali come la mia che si occupa di tessile eco-sostenibile e che genera un’economia pulita, intrisa di valori e legata al territorio». Bresciana di nascita, Laura vive a Capalbio da quando era una ragazzina. La sua avventura con telaio e trame inizia 17 anni fa: «Studiavo Filosofia a Firenze – svela – ma mi mancava qualcosa di pratico. La tessitura chiude il “cerchio mentale” perché prima richiede la progettazione e poi conduce ad un prodotto finito che è quello che mi dà soddisfazione». I suoi studi sul design si annodano con la sua passione per l’artigianato artistico: Laura ama “perdersi”in quel complesso e affascinate sistema di intrecci chiamato tessuto. Ha tessuto a mano 50 metri di filato di bambù ecologico certificato Gots, bianco – colore naturale – su cui stampa con la tecnica dello stencil l’”icona” del fenicottero, del gruccione, del martin pescatore per farne sciarpe. Pezzi unici, che rappresentano la sua “cifra”. E poi c’è il progetto per la valorizzazione della lana amiatina in tandem con il Cnr. E non solo. Per scoprire le sue creazioni basta andare nel suo piccolo regno a Capalbio Scalo: guardare una tessitrice al lavoro non ha forse qualcosa di magico? Se poi la “metti” a Capalbio, la favola è già scritta.
 

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