Il Tirreno

Grosseto

Ruspe in azione per salvare dall'oblio l'antica cisterna

Ivana Agostini
Volontari in azione per ripulire la cisterna di Talamone (foto Russo)
Volontari in azione per ripulire la cisterna di Talamone (foto Russo)

Talamone, una squadra di volontari ha fatto tornare alla luce il manufatto romano inghiottito dalle erbacce

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TALAMONE. La cisterna romana di Talamone è tornata a nuova vita. Non si tratta di una riqualificazione definitiva. Il progetto per riportare agli antichi splendori la cisterna è ancora lungo, però da sabato 23 maggio la struttura risalente all’età imperiale romana è tornata letteralmente a vedere la luce.

Un manipolo di volontari, con Antonio Cagnacci dell’associazione Odysseus di Talamone, il consigliere di opposizione Roberto Berardi, la ditta Francorsi, proprietaria della cisterna e del terreno con la supervisione dell’archeologo Claudio Calastri della società di scavo Ante quem, si sono dati appuntamento sul posto per liberare il monumento dalla macchia che la ricopriva.

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Era dal 1980 che la cisterna di Talamone non subiva nessuna operazione di pulizia. Un’iniziativa voluta da Cagnacci, Francorsi e avallata dalla dirigente della Soprintendenza Maria Angela Turchetti. Un primo passo per restituire alla cittadinanza e ai turisti un sito di importanza storica notevole.

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«È la prima parte di un progetto - spiega Calastri – che prevede la riqualificazione della cisterna e la sua fruizione al pubblico». Soddisfatto l’assessore al patrimonio Walter Martellini che ha assistito alle operazioni. «Devo ringraziare tutti i volontari – dice - e in particolare Roberto Berardi il cui apporto è stato fondamentale». Anche Cagnacci ringrazia chi ha partecipato alla pulizia e la Soprintendenza che ha dato il permesso per la pulizia.

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