Rifiuti e conti pubblici «Voglio vedere i dati e cambiare le regole»
Il vicesindaco Borghi: «Sei deve dirci quanto raccoglie e i ricavi della differenziata deve prenderli il Comune»
GROSSETO. «Barocci ha ragione: nella gestione pratica della raccolta differenziata ci sono delle lacune da colmare. Credo che i dati sui ricavi della differenziata il Comune ce li abbia. Se così non fosse, mi faccio carico io stesso di chiederli immediatamente, lunedì mattina, al dirigente: il gestore ce li deve dare. E anche il fatto che i ricavi della vendita di materie prime vadano al gestore, e non al Comune, è una cosa da rivedere».
Colpo di scena nella battaglia per la differenziata degli ambientalisti grossetani. Per la prima volta un amministratore accetta di verificare quello che il Forum ambientalista e gli altri vanno denunciando da anni: ci sarebbero lacune sulle informazioni relative alla gestione della differenziata che impediscono di perfezionare il servizio e alleggerire la bolletta.
Il vicesindaco e assessore al Bilancio del Comune di Grosseto, Paolo Borghi, ha tra le mani le dichiarazioni che Roberto Barocci del Forum ambientalista ha rilasciato il giorno prima sulla gestione della raccolta differenziata a Grosseto da parte di Sei Toscana. Barocci sostiene – corrispondenza protocollata con l’ufficio Ambiente del Comune alla mano – che Sei non comunica al Comune quantità, qualità e valore delle materie prime ricavate dalla raccolta differenziata. E che il Comune, dal canto suo, non abbia mai chiesto tale dato.
Il contratto di servizio prevede, invece, che ogni mese il gestore faccia il resoconto al Comune di quanta carta, plastica, vetro, alluminio e altro ha raccolto dalla differenziata, distinguendo addirittura tra differenziata raccolta con il porta a porta e quella raccolta dai cassonetti. Solo così si può capire quanto ricava dalla vendita del materiale recuperato. Tanta puntigliosità non è a caso. «Dalla vendita di materie prime – spiega Barocci – si hanno ricavi che possono coprire molti costi del servizio. In alcune città d’Italia questo meccanismo ha permesso di dimezzare ai cittadini la bolletta della spazzatura». Questi dati Barocci li ha chiesti più volte al Comune e, ogni volta, il Comune ha risposto di non averli.
«Mi faccio carico io di chiederli al dirigente e a Sei Toscana», spiega il vicesindaco Borghi. La cui attenzione alla causa ha un motivo ben solido. «La gestione dei rifiuti persa per il 20 per cento della spesa del Comune – dice nella veste di assessore al Bilancio – cioè circa 20 milioni di euro degli 80 che il Comune spende ogni anno per i servizi ai cittadini. Il lavoro fatto fino ad oggi dal dirigente Vecchieschi e dall’ex assessore all’ambiente Giancarlo Tei è stato un buon lavoro».
Il Comune di Grosseto si è infatti battuto per chiedere le royalties agli altri Comuni che conferiscono l’umido nell’impianto delle Strillaie. «È stato inoltre migliorato il servizio di spazzamento delle strade – spiega Borghi – e, tra le prime e il secondo, prevediamo di incassare oltre 700mila euro, cosa che ci permetterà di abbassare sensibilmente la bolletta».
Eppure secondo gli ambientalisti potrebbe essere addirittura più che dimezzata se la differenziata fosse fatta in modo massiccio. In media in Italia la differenziata è fatta al 38 per cento, con un costo annuale medio a utente di 170 euro. «Secondo i miei calcoli a Grosseto sarà di circa 220 euro, mentre a Ponte nelle Alpi ad esempio – spiega Barocci – la raccolta differenziata è all’89 per cento e la bolletta è di 96 euro».
Questo perché l’incasso della vendita delle materie prime raccolte con la differenziata, in particolare con il porta a porta, copre gran parte del servizio. In provincia di Grosseto, invece, il contratto di servizio con Sei lascia al gestore i ricavi di questa vendita. «Al convenzionato compete la gestione e la titolarità dei corrispettivi economici derivanti dalla convenzione», dice testualmente il contratto.
«Il privato si prende l’onere di fare il servizio ma anche i ricavi. Questa cosa non mi piace – spiega Borghi – perché in previsione il servizio potrebbe andare a costo zero. È una cosa da migliorare in previsione che possa essere il Comune a gestirla. Mi faccio carico di verificarla immediatamente e correggerla».
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