Il Tirreno

Grosseto

All’Error Day spopola il “Pippodromo”

All’Error Day spopola il “Pippodromo”

Il cartello esposto a Follonica fra le immagini simbolo della manifestaizone bolognese

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FOLLONICA È una delle foto più cliccate e riprese da organi di stampa, siti internet e televisioni nel presentare la manifestazione bolognese Error Day.. È l'immagine del cartello del parcheggio presente all'interno del vecchio ippodromo dei Pini in via Massetana a Follonica, cartello ormai abbattuto assieme al muro di cinta confinante con via Sanzio.

La particolarità dell'insegna, che già qualche anno fa sbarcò anche sul Tirreno sagacemente commentata da numerosi lettori, sta nell'ardito accoppiamento fra la lettera P su sfondo blu, tradizionalmente indicata per segnalare aree di parcheggio, e la parola “ippodromo” scritta di seguito. Risultato: il dubbio, insinuato in molti passanti, che in quell'area andassero in scena gare onanistiche invece che spettacolari corse di cavalli al trotto.

La foto è piaciuta parecchio, soprattutto nel suo anche troppo evidente seppur involontario doppio senso, tanto da fare il giro del web e di diventare una delle più cliccate e commentate. L'immagine, ritratta dal sito www.nomix.it, è poi stata scelta dagli organizzatori dell'Error Day come uno dei simboli del festival tanto che pure il TG1 della sera del 28 febbraio scorso ha inserito nel minuto e mezzo del servizio proprio l'immagine del cartello follonichese entrato con tutto il suo carico di involontaria comicità nelle case degli italiani. La foto è ancora visibile sul sito della manifestazione, www.errorday.it, nella sezione dei messaggi sbagliati assieme ad altri sfondoni più o meno comici disseminati in giro per lo Stivale. L'Error Day, ideato e diretto dall'attrice comica Clelia Sedda, festeggia la giornata mondiale dell'errore con tre giorni di eventi, iniziative ed incontri nati per ridere e per provare a fare un po' di cultura. «L'errore è tragico ma a volte divertente - spiegano gli organizzatori - vogliamo celebrare quanto a lui dobbiamo in termini di crescita e conoscenza». Un identikit che calza a pennello all'ormai defunto cartello di via Massetana, involontario testimone di una spericolata sintesi lessicale che mal si accoppia alla regione culla della lingua italiana ma che, contemporaneamente, ha trovato il suo habitat ideale nell'altrettanto naturale goliardia che da sempre accompagna la gente di Toscana. (m.n.)

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