Un altro lupo morto a Saturnia
Trovato nello stesso punto della carcassa scoperta pochi giorni fa, i dubbi degli allevatori
SATURNIA. 23 dicembre. Un ragazzo di Catabbio trova sul ciglio della strada che collega Saturnia a Semproniano una carcassa di “lupo” morto. Deceduto per un colpo alla testa. Ritrovamento pressappoco alla stessa ora (verso le 19) e sullo stesso tratto di strada dove solo 3 giorni avanti, il 20 dicembre, era stato individuato un “lupo” femmina ucciso a fucilate. Strane coincidenze.
L’unica differenza fra i due eventi sta nel modo con cui il lupo numero 2 è morto. Non per colpo di arma da fuoco ma per una botta. Forse colpito da un’auto, ma quasi più certamente catturato e ucciso con una botta e lasciato nello stesso posto in cui il 20 dicembre era stata fatta trovare un’ altra carcassa. Per cui è inutile girarci attorno: il ritrovamento, la posizione, l’ora, assai simili per i due ritrovamenti, sarebbe davvero strano fossero coincidenze.
Il ragazzo che lo ha rinvenuto ha chiamato i carabinieri di Saturnia e subito è stato contattato Marco Aloisi, direttore del Crasm di Semproniano per il recupero e la conservazione della carcassa, che, come è accaduto per l’altra, sarà analizzata, per capire a quale tipologia di canide appartenga l’animale ucciso.
Dunque la situazione aggressioni alle greggi e distruzione di aziende a causa di predatori, la lentezza nella risoluzione del problema, sono questioni che stanno esplodendo in gesti plateali e in segnali forti davanti agli occhi di tutti. Adesso i “ritrovamenti” stanno diventando frequenti e incalzanti (Roccalbegna, Grancia, Saturnia) e mentre segnalano lo stato d’animo esacerbato degli allevatori, dimostrano allo stesso tempo che di queste bestie in giro ce ne sono parecchie, se è così facile imbattersi in qualche esemplare vagante e fare giustizia sommaria. Di fronte a questo episodio, arriva, questa volta, l’intervento ufficiale della categoria degli allevatori.
Virgilio Manini, presidente del Comitato Igp agnello del centro Italia, da un lato condanna gli episodi, ma dall’altro segnala l’inconcludenza del progetto ibriwolf e così commenta i fatti: «Due lupi morti in tre giorni fatti trovare vicino a Saturnia. Il fatto è di notevole gravità per le conseguenze che ne derivano. In questo caso, e solo in questo caso, dichiara Manini, condivido l’opinione delle associazioni animaliste ed ambientaliste in quanto siamo pienamente d’accordo sulla salvaguardia del lupo italiano puro. Del resto, aggiunge Manini, non vogliamo nemmeno che venga ucciso nessun ibrido ma chiediamo che questi tipi di animali siano considerati come cani randagi che creano problemi sia all’allevamento ovino che alla purezza genetica del lupo. Gli attuali metodi e progetti di cattura degli ibridi, sovvenzionati dalla comunità europea a tutela del lupo, non hanno portato a nessun risultato. Ci auguriamo che le istituzioni si facciano carico di questo problema, per evitare così gesti inconsulti di persone portate all’esasperazione per non poter dare da mangiare alle proprie famiglie a causa di una gestione inadeguata del fenomeno».