Cataldi: «Ho la Lazio nel cuore ma ora conta solo la Fiorentina»
«Questa squadra è forte ha solo bisogno di tempo per amalgamarsi»
FIRENZE. Quindici anni e più di e con la Lazio, dove è entrato bambino ed è uscito uomo e calciatore fatto e finito, non si cancellano solo per un cambio di maglia e non si devono soprattutto cancellare, ma di pari passo vanno tutelati l’aspetto professionale e il senso di appartenenza adesso che di maglia indossa quella Fiorentina: del Cataldi calciatore si conosce tutto, da ieri Firenze conosce molto di più del Danilo uomo ed è stato un bell’effetto. Merito di una testa pensante e di un cuore che sa unire i sentimenti tra passato e presente. «Il distacco dalla Lazio è stato doloroso e complicato – ha detto il centrocampista ieri in sede di presentazione al Viola Park – e io la Lazio mai l’avrei lasciata, come non si lascia un club in cui uno cresce e di cui è tifoso: ho fatto tutta la trafila nelle giovanili fino ad arrivare in prima squadra per poi giocarci per tante stagioni, lì sono diventato uomo e dopo calciatore, quindi mai sarei venuto via anche solo per quello che rappresenta per me e per quello che mi ha dato. Il rendimento in campo può essere meno e meno buono, ma mi fa più contento se ho lasciato qualcosa sotto l’aspetto umano. Che non va mai messo sullo stesso piano di quello professionale: per questo adesso conta solo la Fiorentina, però mi sembrava giusto dire queste cose per rispetto dei tifosi viola». Perfetto da subito: se sarà così anche a guidare la squadra da regista («Con Sarri da “play” basso il ruolo che più ho sentito mio»), la Fiorentina avrà fatto un grande acquisto e il suo ex compagno di squadra e adesso allenatore Palladino trovato il riferimento giusto lì nel mezzo.
«Scegliere la squadra viola – ha continuato Cataldi – è stato molto semplice per me e sono felice di essere qui. Ho sentito subito la fiducia dei dirigenti quando ci siamo parlati, fiducia che poi ho ritrovato al Viola Park nei compagni e in tutto l’ambiente. E in Palladino, ovviamente, con cui ho diviso sei mesi al Genoa: persona d’oro e allenatore super preparato. Farà bene alla guida di questa squadra, gli serve solo un po’ di tempo per amalgamare i tanti calciatori nuovi arrivati dal mercato. Ho visto le partite disputate dalla Fiorentina prima di venire a Firenze: si tratta soprattutto di amalgamare ancora le risorse, com’è normale che sia con tanti cambiamenti a livello numerico in rosa, ma le cose andranno sempre meglio grazie agli allenamenti quotidiani che stiamo facendo». L’ex Lazio è tra queste novità e da come si è gettato a capofitto in questa sua prima settimana da nuovo calciatore della Fiorentina, peraltro già contraddistinta dal debutto immediato (e da titolare) domenica scorsa contro il Monza, c’è da giurare che alle parole farà seguire fatti concreti. «Tanto per cominciare, questa squadra è forte e rappresenta una realtà consolidata, altrimenti non si raggiungono due finali di fila in Conference League, e aggiungiamoci quella di Coppa Italia contro l’Inter. Per dire che le sconfitte non vanno considerate tali, mentre invece vanno pensate come una base solida per costruirci sopra il passo in avanti decisivo. La Fiorentina non è seconda a nessuno e deve porsi traguardi ambizioni: in campionato salendo qualche posizione, in Europa vincendo finalmente questa coppa che sembra maledetta e che tanta amarezza ha provocato come ho capito subito frequentando tante persone del club al Viola Park». E gli obiettivi personali di Danilo Cataldi? «Sono quelli del gruppo».