Il Tirreno

Firenze

Viola Serve l’abbuffata di gol

di Brunella Ciullini
Viola Serve l’abbuffata di gol

Nelle ultime due gare, tra campionato e Conference, la Fiorentina è rimasta a secco In attacco occorre una svolta: gran parte del futuro si decide nella settimana alle porte

13 aprile 2024
3 MINUTI DI LETTURA





FIRENZE. Li ha cambiati tutti nel corso della partita, fuori Belotti e Beltrán, dentro Nzola e Barak, puoi fuori Sottil e spazio a Kouamé, infine fuori Nico Gonzalez e dentro Ikoné sperando che qualcuno riuscisse a sfondare il muro del Viktoria Plzen.

Invece niente, tutti gli uomini offensivi della Fiorentina sono rimbalzati senza riuscire a trovare un guizzo, un pertugio per arrivare in zona tiro e sbloccare il risultato. Così dalla trasferta in Repubblica Ceca valida per l’andata dei quarti di Conference League la squadra viola è tornata con uno 0-0 che tiene in bilico il discorso qualificazione e obbliga la stessa Fiorentina a fare di più e meglio giovedì prossimo al Franchi nella gara di ritorno. Perché per accedere alle semifinali della competizione europea per il secondo anno di fila occorre vincere e per riuscirci serve fare gol. Tutto qui.

Purtroppo per Italiano la sua squadra nell’area di rigore avversaria si è come inceppata, fa un gran possesso palla - basti vedere, senza andare troppo lontano, le ultime due partite esterne, con la Juve in campionato (ko per 1-0) e appunto con il Viktoria in Conference - ma che a conti fatti si rivela sterile e inconcludente. Ecco perché in questo 2024 i successi si contano sulle dita di una mano, appena 4 di cui due in A con Frosinone e Lazio, uno in Coppa Italia con l’Atalanta e uno in Conference sul neutro di Budapest con il Maccabi. Per cercare di rivivere “i momenti fantastici della scorsa stagione” come ha dichiarato pochi giorni fa il tecnico viola serve insomma risolvere il problema del gol. «Lo dico sempre a tutti e in particolare agli attaccanti, la partita si decide in avanti» ha ribadito l’altra sera. Un concetto che andrà messo in pratica più che mai in queste ultime gare che valgono la stagione: vale per il campionato dove la Fiorentina, scivolata al decimo posto, deve risalire (lunedì arriva il Genoa, sfida assolutamente da vincere); vale per il ritorno dei quarti di Conference e per quello della semifinale di Coppa Italia il 24 aprile a Bergamo dove Belotti & c. dovranno gestire al meglio la vittoria risicata comunque pesantissima ottenuta dieci giorni fa. A proposito: tale vittoria, l’unica ottenuta nelle ultime 6 partite ufficiali, porta la firma di un centrocampista, Mandragora.

Mentre per ritrovare la rete di un attaccante occorre andare indietro di due mesi: 18 febbraio, Empoli-Fiorentina 1-1, a segno Beltrán. L’argentino ha poi timbrato il 4-3 a marzo sul Maccabi (l’altro attaccante viola a far gol fu Nzola), da allora per la Fiorentina hanno segnato solo difensori (Ranieri, Kayode) e centrocampisti (Mandragora, Barak, Bonaventura, Duncan). Guardando le ultime quattro gare il portiere avversario è stato trafitto solo due volte. Vero che la squadra viola ha dimostrato di essere una cooperativa del gol ma è altrettanto vero che ora che arrivano le sfide decisive servono più che mai quelli delle proprie punte: Nico Gonzalez da inizio anno ha segnato soltanto l’11 febbraio con il Frosinone contro cui Belotti ha fatto la sua prima e per ora unica rete da quando è a Firenze. Una vittoria per 5-1 che vide andare a segno pure Ikoné, ma come i suoi compagni di reparto anche il francese da allora si è bloccato. Quanto a Sottil non fa centro in campionato dal 3 dicembre, Nzola dal 14 gennaio e Kouamé, al netto del lungo stop, addirittura dal 17 settembre. Urge un cambio di rotta.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Fisco

Nuovo 730, online le dichiarazioni precompilate: le novità del modello semplificato