Le emozioni

Fiorentina, la speranza si infrange davanti ai maxi-schermi

di Rita De Blasio
Fiorentina, la speranza si infrange davanti ai maxi-schermi

Prima la febbre per il grande match contagia la città intera, poi tra bandiere e scaramanzia, il finale è amaro per i tifosi

25 maggio 2023
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FIRENZE. Mancano pochi minuti alle 23 quando arriva il verdetto finale: è l’Inter ad alzare al cielo la Coppa Italia. Tra rabbia e delusione i tifosi che avevano seguito la partita all’Off bar nei giardini della Fortezza ritornano a casa. Finale amaro per i viola e per tutta Firenze, dopo l’iniziale gioia con il goal di Gonzalez e un’intera giornata di attesa «Carico per stasera? ». Al bar, al supermercato, sull’autobus e perfino in biblioteca, ieri non si parlava d’altro. Altro che sessione estiva ed interrogazioni finali alle porte, la testa era da un’altra parte: precisamente a 271 chilometri più a sud di Firenze, allo stadio Olimpico di Roma per la finalissima contro l’Inter.

La prima delle due che attendono la Fiorentina: il prossimo 7 giugno, a Praga, in palio ci sarà la Conference League contro il West Ham. Tensione alle stelle, attesa logorante che sembra non finire mai, insieme alla speranza, all’entusiasmo, alla voglia di festeggiare. Anche se non mancano una buona dose di preoccupazione e di scaramanzia considerando che il ricordo dell’ultima finale persa 3 a 1 contro il Napoli nel 2014 è sempre vivo: «Si parla solo a partita finita», risponde qualcuno. Insomma, tutta la passione della città a sostegno dei ragazzi di Vincenzo Italiano, anche se a distanza, tra scommesse sul possibile risultato finale e probabili formazioni con titolari e riserve. E Firenze era più bella che mai, tutta colorata di viola con sciarpe, bandiere, maglie, cappelli e gadget vari, di quelli che tiri fuori dall’armadio o addirittura dalla soffitta e magari ti scende la lacrimuccia perché erano di tuo nonno o di tuo padre.

Ti ricordano momenti belli ed emozionanti, per questo li conservi gelosamente in attesa del giorno perfetto. Ecco, ieri era uno di quelli con il pubblico delle grandi occasioni e con l’allegra confusione per le vie della città che solo il calcio è capace di generare. Perfino porta Romana, porta San Gallo, porta San Frediano e porta alla Croce erano illuminate del colore simbolo dei fiorentini per quella che è stata definita la “Notte Viola”. «Il tifo è una tradizione di famiglia – racconta la giovane Teresa Borgogni che indossa la maglia di Davide Astori – è un ricordo sempre vivo». «Speriamo di vincere ma è già un buon risultato essere arrivati in finale in ben due competizioni diverse», dichiara Malina Iacumin.

Gruppi di tifosi che intonano i soliti cori, amici che si riuniscono dopo tanto tempo, persone che mollano tutto per sostenere la squadra, chi arriva correndo appena uscito dal lavoro, attività e negozi che chiudono prima del solito orario. Nessuno vuole mancare all’appuntamento con la storia e tanti si affollano negli otto spazi estivi in cui sono stati montati i maxischermi per seguire il match, qualche locale ha esaurito i posti già nel primo pomeriggio come “La Torraia” sul Lungarno del Tempio che, verso le ore 15, ha comunicato sui propri profili social di non avere più posti a sedere. Anche all’Off bar era stato allestito un maxischermo.

Per ingannare l’attesa c’è già chi alle 19 mangia qualcosa «almeno siam o sazi» e chi, invece, non riesce a toccare cibo perché «ho lo stomaco chiuso» c’è chi decide di ordinare da bere per stemperare la tensione. O almeno ci prova. «Speriamo almeno una finale di portarla a casa – racconta speranzoso Bernardo Bitossi, insieme all’amico Alessandro Focosi – in campionato abbiamo galleggiato a vista, significherebbe tanto vincere stasera, siamo fiduciosi». Poi parte il collegamento con Roma, le squadre entrano in campo e i tifosi cominciano ad arrivare alla spicciolata, in totale saranno stati circa 500. Inno di Mameli e doveroso minuto di silenzio per solidarietà alle popolazioni colpite dall’alluvione in Emilia Romagna.

Fischio iniziale e, dopo appena tre minuti, Nico Gonzalez fa esplodere i tifosi. Abbracci, applausi, trombette, sedie che cadono. «Non ho più voce», dice dopo il goal Niccolò Villiger che segue la finale con l’amico Andrea Giachi. Peccato che la speranza lascia presto spazio alla delusione con il ribaltone dell’Inter con una doppietta di Lautaro. 1 a 2 per la squadra di Inzaghi alla fine della prima frazione di gioco. Risultato che tiene per la maggior parte del secondo tempo, con le squadre spaccate e tante occasioni per la viola che purtroppo non riesce a concretizzare. Tra le urla di rabbia e gli ultimi istanti di speranza, arriva il triplice fischio. Niente festa, ora si pensa alla prossima finale di Praga, sperando in un finale diverso.

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