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Fiorentina, torcida brasiliana. Rinasce il viola club Rio de Janeiro

di Francesca Bandinelli
Fiorentina, torcida brasiliana. Rinasce il viola club Rio de Janeiro

Cristiano Soares lancia la sfida: «Vinciamo e vado fino al Corcovado»

22 marzo 2023
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FIRENZE. La passione per la Fiorentina è datata nel tempo, da quando a vestire la maglia viola era Edmundo, il genio e la sregolatezza, l’attaccante talmente tanto innamorato del Carnevale da lasciare la sua squadra già orfana dell’infortunato Batistuta per volare al Sambodromo (come previsto dal suo contratto).

Cristiano Soares, direttamente da Rio de Janeiro, adesso, ha rispolverato il Viola Club intitolato alla propria città. Non è ancora mai venuto a Firenze per assistere dal vivo ad una partita della sua amata Fiorentina, ma dalla tv non se ne perde una. «Questa può essere la stagione giusta per vincere un trofeo, che sia la Conference League o la Coppa Italia. E sì, nel caso sarei pronto a salire al Corcovado con la bandiera della Fiorentina».

Cristiano, quante persone conta il Viola Club Brasile Rio de Janeiro?

«Siamo più o meno una decina. Adesso sono tornato ad essere più attivo, dopo essermi preso una pausa. Ma non dalla passione per la Fiorentina».

Come nasce questo suo amore per la maglia viola?

«Seguo da anni il calcio italiano, ho tifato per la vostra Nazionale nel 2006, mi piaceva il modo di giocare di tanti campioni, da Vieri a Totti. Ho sempre seguito Edmundo, l’idolo della mia squadra qui in Brasile, il Vasco da Gama. Ho cominciato così a osservare sempre più da vicino la Fiorentina quando “O’ Animal” si è trasferito a giocare in Italia, nel club viola. Il fatto è che poi me ne sono innamorato e la passione non è diminuita, nemmeno quando Edmundo ha cambiato maglia. Tifare da lontano non è semplice: qui è complicato persino trovare una maglia della Fiorentina (ride, ndr)».

Oggi, in attacco, la stella è Arthur Cabral, pure lui brasiliano. È l’attaccante giusto per continuare a volare?

«Sì, ha qualità e grande attaccamento, sono convinto che possa fare grandi cose. Lui come tutti gli altri miei connazionali, da Igor a Dodô: mi fanno sentire più vicino a Firenze».

La storia della Fiorentina, da sempre, è costellata di campioni brasiliani, da Socrates a Dunga: la bandiera del Brasile è viola?

«È vero, è motivo di orgoglio per tutti noi, specie per noi del Viola Club. Abbiamo “adottato” il nuovo logo della Fiorentina e siamo pronti ad essere, con orgoglio, il punto di riferimento dei viola qui, a Rio. È questione di dna, siamo molto simili».

E in caso di vittoria di un trofeo, cosa siete pronti a fare?

«Sono anni che culliamo questo sogno, sarebbe meraviglioso. Sì, potrei arrivare al Cristo Redentore, sulla collina, con qualcosa di viola per sventolarlo fin da lassù. Ogni volta che c’è una partita, ci ritroviamo e la guardiamo su Espn o Star+. È un appuntamento fisso. E la speranza è crescere sempre di più, facendo conoscere a tutti la Fiorentina e la sua gloria. Dopo una parentesi silenziosa, anche sui social, siamo tornati attivi, pronti a tuffarci in questo finale di stagione entusiasmante. Da qui, percepiamo quanto la squadra sia pronta ad andare oltre l’ostacolo: e allora lo gridiamo con forza. Sì, si può fare la storia e, dal Brasile, vogliamo urlarlo con convinzione».


 

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