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Firenze, torna lo spettro accorpamento per il liceo Michelangiolo: la Regione lo attuerà – La lettera alla Città Metropolitana

di Mario Neri

	La protesta degli studenti del Liceo Michelangiolo sotto Palazzo Vecchio
La protesta degli studenti del Liceo Michelangiolo sotto Palazzo Vecchio

La Giunta Giani ha comunicato alla Città metropolitana che deve procedere al piano di dimensionamento del governo nonostante il ricorso al Capo dello Stato

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FIRENZE. Miche, rewind: torna lo spettro dell’accorpamento. La Regione Toscana ha appena comunicato alla Città Metropolitana che, nonostante il ricorso straordinario presentato al presidente della Repubblica contro il piano di dimensionamento del governo Meloni, gli accorpamenti devono comunque essere attuati. E il primo della lista è proprio quello che da mesi agita Firenze: la fusione tra il Liceo Classico Michelangiolo e il Galileo.

A Firenze si respira la sensazione di un nastro che si riavvolge: la città torna al punto esatto da cui aveva provato a scappare. Una decisione tecnica, comunicata con la freddezza formale delle Pec regionali, ma che ha il peso politico di uno schiaffo in pieno volto. La Città Metropolitana è stata dichiarata “inadempiente” per non aver proposto accorpamenti; la Regione ha attivato il potere sostitutivo e stabilito che sì, il Miche deve essere accorpato. Punto.

E così, quello che per settimane era rimasto un incubo possibile ora diventa una traiettoria concreta.
I corridoi di via della Colonna tornano a riempirsi di assemblee improvvisate, studenti seduti sul pavimento, professori che cercano parole per spiegare l’inspiegabile. Genitori che si passano fogli, volantini, vocabolari di un’altra scuola. Il Miche, con la sua identità stratificata e i suoi muri che hanno tenuto insieme generazioni, si riscopre vulnerabile come mai negli ultimi decenni.

La sindaca metropolitana Sara Funaro, da sempre contraria agli accorpamenti, vede restringersi lo spazio di manovra. Il ricorso al Quirinale sembra una diga costruita nel mezzo della piena: serve a dire che Firenze non ci sta, ma non basta a fermare l’acqua. Perché intanto la Regione deve dare seguito al piano governativo e lo fa “obtorto collo”, come chi esegue un ordine pur contestandolo in ogni virgola.

E mentre la politica istituzionale si impantana tra doveri formali e battaglie legali, in città circola un’unica, bizzarra speranza: l’emendamento Renzi. L’ex sindaco, ex premier, ex ragazzo del Dante - storico rivale del Miche - ha presentato una norma correttiva che potrebbe rallentare o smontare gli accorpamenti. Le famiglie del Miche ci scherzano su, a bassa voce: «Paradosso dei paradossi, alla fine ci salverà lui».

Ma il tempo corre. La Regione ha dato pochi giorni alla Città Metropolitana per adeguarsi, e oltre quella scadenza gli accorpamenti finiranno dritti dentro il piano regionale, nero su bianco.

La vicenda nasce con la Regione Toscana che, in virtù della delibera 1553 del 27 ottobre 2025, ha imposto alla Città Metropolitana di Firenze la programmazione di due accorpamenti nel piano di dimensionamento della rete scolastica per l’anno 2026/27. La Città Metropolitana non ha provveduto a individuare alcun accorpamento, e la Regione ha dunque annunciato l’esercizio del potere sostitutivo. Nella fattispecie, uno degli accorpamenti riguarda proprio il liceo Michelangiolo: fusione con il Liceo Classico Galileo, con codice meccanografico del Galileo mantenuto, sede direttiva del Galileo e nuova denominazione “Liceo Classico Michelangiolo-Galileo”.

La reazione del Miche è stata immediata e vibrante. Studenti, docenti, genitori, ex-allievi sono scesi in presidio sotto Palazzo Vecchio e davanti alla sede del liceo in via della Colonna, con slogan del tipo “Non siamo numeri, siamo il futuro”, “Il Miche non si tocca”, “Salviamo la nostra identità”.   Non si tratta di una campanilistica difesa: la dirigente scolastica, la professoressa Federica Gambogi, ha ricordato che “siamo parte della storia di Firenze” e che un accorpamento “colpisce la qualità dell’insegnamento e la pluralità delle esperienze garantite dall’autonomia scolastica”.  

Contemporaneamente la Regione Toscana ha presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato contro il piano nazionale di dimensionamento scolastico varato dal governo Giorgia Meloni e dal ministro Giuseppe Valditara (che imponeva accorpamenti e riduzioni delle autonomie scolastiche). Almeno formalmente la giunta Giani mantiene l’opposizione al piano centrale: ma nel frattempo deve applicare gli accorpamenti stabiliti. È il classico paradosso delle politiche territoriali: un ente che contesta l’imposizione e al tempo stesso è vincolato ad attuarla.

Intanto gli studenti preparano una nuova mobilitazione, forse un nuovo corteo, l’ennesimo. Vogliono difendere una scuola che non è solo una scuola: è un pezzo di città, un modo di stare al mondo, perfino un’idea di futuro.

L’impressione è che, se nessuno fermerà la macchina del dimensionamento, il Miche rischi di diventare un nome in coda a una sigla nuova, decisa altrove. E Firenze non è pronta a lasciar andare un simbolo così, senza provarci fino in fondo.

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