Firenze, strade piene di turisti (e rifiuti): 16mila kit multilingue per salvare la città
Comune e Alia li distribuiranno per istruire i visitatori stranieri sulla differenziata. Provano ad arginare così un fenomeno esploso con gli affitti brevi: molti host non hanno utenze per la Tari e gli ospiti gettano l’immondizia per le vie del centro
FIRENZE Benvenuti a Firenze: se volete un dipinto, potete comprarlo; se volete un cassonetto, cercate altrove. Ormai pare lo slogan di chi sbarca in città a caccia di stupore ogni giorno. Solo che a furia di lasciare immondizia per strada la sindrome di Stendhal potrebbe venirci per l’olezzo e non per la bellezza. Sì, perché a Firenze il turismo lascia il segno. Non solo nei registri degli affitti brevi o nei selfie sotto il Duomo, ma anche - e sempre più spesso - nei sacchetti abbandonati agli angoli delle vie. Mozziconi e lattine fuori dai cassonetti, cartoni della pizza impilati come torri sbilenche, bottiglie di vetro con ancora l’etichetta dei wine tour. Firenze è la città delle meraviglie, certo, ma anche delle "immondizie erranti". E ora, per arginare questo piccolo disastro quotidiano, il Comune e Alia Multiutility lanciano i kit multilingue per i turisti.
L’operazione pedagogica
Ne saranno distribuiti oltre 16.000 alle strutture ricettive, dagli hotel ai micro-appartamenti, diventati in pochi anni l’habitat dominante del centro. Sono cartoncini semplici, chiari, tradotti in cinque lingue - italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo - pensati per spiegare a chi soggiorna in città come si separano i rifiuti, dove si buttano, e come accedere ai cassonetti digitali. Un’operazione pedagogica a basso impatto ma ad alto simbolismo, che cerca di mettere ordine in una città sempre più ostaggio dell’Airbnbizzazione selvaggia e della diseducazione ambientale da weekend.Perché i turisti cambiano ogni tre giorni, ma i rifiuti restano. Con i mini-alloggi trasformati in locazioni brevi, spesso senza nemmeno un’utenza Alia o una corretta registrazione alla Tari, le segnalazioni di abbandono si moltiplicano. I condomini si trasformano in magazzini dell’indifferenziato, le soglie delle case diventano discariche temporanee. E ogni mattina, in centro, gli operatori di Alia raccolgono non solo l’umido, ma anche la frustrazione di una città che fatica a conciliare bellezza e vivibilità.
Tutto automatizzato
Il kit - parte di un progetto più ampio avviato nel 2023 con il titolo Sustainable Waste Management - rappresenta una delle risposte. Il Comune ha coinvolto anche le piattaforme Airbnb e Booking.com per inviare messaggi automatici agli host, formare i proprietari, predisporre contenuti informativi sui canali digitali. Ma il cuore dell’iniziativa è la «contattazione domiciliare» (sic!): sarà il personale incaricato a consegnare i kit direttamente alle strutture registrate, supportando i gestori e verificando che l’informazione arrivi davvero nelle mani - e negli occhi - dei visitatori.Il kit spiega cosa buttare, dove e quando. E per chi preferisce il digitale, c’è l’app Aliapp con la funzione "Aprilo!": basta un clic via Bluetooth per aprire il cassonetto giusto. Tutto automatizzato, come i tastierini per il self check-in a cui invece la giunta Funaro ha dichiarato guerra. Il servizio vale per 7 giorni, pensato per il classico soggiorno breve. Se si resta di più, si può chiedere una chiavetta fisica o un codice digitale. In parallelo, è partita una campagna di «adesivizzazione» (ari-sic!) dei cassonetti con QR code.
Cin o non Cin?
«Questa iniziativa rafforza il nostro impegno per una gestione sempre più inclusiva del servizio di igiene urbana», spiega Lorenzo Perra, presidente di Alia. L’obiettivo è intercettare anche le utenze temporanee, quelle meno visibili ma ormai diffusissime, per migliorare sia la qualità che la quantità della raccolta differenziata.Il Comune non si limita alla distribuzione dei materiali. Da settimane sta lavorando all’incrocio dei dati tra registrazioni turistiche (Cin) e Tari, per individuare discrepanze, stanare gli evasori e verificare chi davvero è in regola. Al tempo stesso, nel nuovo Regolamento per le locazioni brevi, è già previsto l’obbligo di far rispettare le regole condominiali, inclusa la gestione dei rifiuti. Ma la verità è che in molti casi, finora, il turismo è passato sopra la raccolta differenziata come un carro allegorico. C’è chi arriva e se ne va senza nemmeno sapere dove sono i cassonetti, chi butta tutto nel primo che trova, chi lascia la plastica nel cestino dell’umido e l’umido nei vasi delle piante. A pagare è la città, che si sveglia ogni giorno con un volto meno pulito.
La città-consumazione
Ora si cerca di rimediare, anche con l’aiuto dei commercianti: i kit saranno disponibili presso edicole, tabacchi, negozi e ristoranti del centro, grazie anche alla collaborazione con la rete taxi e gli uffici turistici. Un piccolo esercito civico contro il degrado diffuso. E se l’educazione linguistica non funzionerà, resteranno le multe. Ma l’obiettivo, come sottolineano la vicesindaca Paola Galgani e l’assessore al turismo Jacopo Vicini, è più ambizioso: promuovere un turismo davvero sostenibile, dove anche chi resta due notti si sente parte di un sistema urbano che merita rispetto.Ché un sacchetto non differenziato è una forma di inciviltà con la valigia. Dietro ogni cartoccio abbandonato c’è una domanda a cui la città deve rispondere: Firenze è ancora casa di chi la ama, o solo il passaggio di chi la consuma?