Piante ricoperte e soffocate dal bitume sul lungarno a Firenze: quando il cantiere diventa un caso
Il Comune ammette l’errore e avvia le verifiche in tutta la città: «Non è stato rispettato il progetto esecutivo»
FIRENZE. Il sole picchia sull’asfalto, e tra il grigio bollente delle strade nuove fioccano polemiche che camminano veloci come l’aria calda sull’Arno. Siamo su Lungarno Ferrucci, dove da giorni si rincorrono post, fotografie, rabbia: una fila di giovani alberi, appena piantati, è finita sepolta sotto l’asfalto. Cemento e bitume nero fin dentro le radici, come un colletto rigido che toglie il respiro.
Lo hanno visto i passanti, lo hanno fotografato i residenti. Hanno alzato la voce sui social, come si fa adesso, taggando Comune, assessori, giornali. «Così li uccidete», ha scritto qualcuno. «È una vergogna», ha rilanciato qualcun altro. E ancora: «Ma chi li fa questi lavori?». Le immagini mostrano il bordo del marciapiede rasente al tronco, senza una manciata di terra libera, senza uno spazio d’aria.
Il progetto c’era, eccome. Doveva essere un tratto rigenerato, più bello, più accessibile. Il Comune aveva avviato i lavori in accordo con Publiacqua per il rifacimento dei sottoservizi e del manto stradale. Gli alberi, piantati di recente, erano il simbolo di quella rivoluzione verde tanto evocata. Ma il risultato, almeno per ora, racconta un’altra storia. Gli operai della ditta incaricata hanno steso l’asfalto e il bitume ignorando le basi minime della tutela arborea. Nessuna griglia traspirante. Nessuno strato drenante. Solo cemento, come se i carpini e il platano lì piantati fossero lampioni.
Dopo il clamore, è intervenuta l’assessora all’Ambiente, Paola Galgani. Ha ammesso l’errore. Il Comune ha già allertato una seconda ditta per intervenire e liberare gli alberi, scavando intorno alle basi, inserendo terreno fertile e protezioni adeguate. Il caso non resterà isolato. Palazzo Vecchio ha promesso una verifica su tutti i cantieri recenti dove sono stati messi a dimora nuovi alberi. Perché la pianta è viva, e non basta metterla in terra per dire che si è fatto verde. In una città che si scalda di più ogni estate, dove si parla sempre più spesso di rifugi climatici e forestazione urbana, le piante non possono essere solo un gesto di facciata. Serve competenza, cura, manutenzione. Serve tempo. E serve, soprattutto, rispetto. Firenze lo sa. O dovrebbe saperlo.