Firenze, ancora un ramo caduto alle Cascine. Cresce l’allarme sicurezza nel parco. Cos’è il fenomeno “summer branch drop”. Ma gli esperti si dividono
Nonostante il costante monitoraggio visivo effettuato da tecnici specializzati, gli episodi di caduta aumentano e con essi la percezione di insicurezza
FIRENZE "I controlli non bastano più?" La domanda serpeggia tra i frequentatori abituali del Parco delle Cascine di Firenze. Dopo il caso di due giorni fa, quando una ragazza è stata colpita e ferita da un ramo di tiglio in viale della Tinaia, oggi si è verificato un nuovo cedimento, questa volta senza conseguenze. Un ramo di bagolaro si è staccato da un’altezza di circa quindici metri ed è precipitato sul viale della Catena, a poca distanza dal punto dell’incidente precedente.
La pianta, precisa Palazzo Vecchio, era stata sottoposta a marzo 2024 a una Vta — Visual Tree Assessment, il metodo standard per valutare lo stato di salute degli alberi — senza che fossero rilevate criticità. La prossima ispezione era prevista nel marzo 2026. Nessun allarme, insomma. Ma il ramo si è comunque staccato. Gli esperti parlano di “summer branch drop”, un fenomeno raro ma noto: in estate, soprattutto nelle giornate calde e senza vento, alcuni alberi possono perdere improvvisamente rami anche molto grandi, senza che vi siano segni visibili di malattia o danneggiamento strutturale.
Il fenomeno e gli esperti divisi
Il fenomeno — osservato in specie come bagolari, querce e tigli — è ancora oggetto di dibattito. C’è chi lo considera un comportamento fisiologico, legato all’accumulo di umidità nei tessuti legnosi, e chi invece sospetta che sia solo un’etichetta diagnostica usata per spiegare crolli che i controlli non hanno saputo prevedere. Non tutti gli arboricoltori sono d’accordo sulla definizione e sulla reale incidenza di questi eventi. Alcuni chiedono controlli più frequenti e strumenti diagnostici più sofisticati, come tomografie e analisi acustiche, oggi riservate solo agli alberi già considerati critici.
Lo scienziato
“Anche se ci sono molte segnalazioni di improvvise cadute di branche (SBD), ci sono purtroppo poche informazioni tecniche che ci aiutano a capire questo fenomeno. Non sappiamo, infatti, quali sono i fattori chiave che contribuiscono al SBD e quale sia, ad esempio, il ruolo della temperatura, il ruolo dei difetti del legno, l’influenza della disposizione e dell’orientamento delle branche e quanto sia importante il carico distale sulle branche stesse. Inoltre, non sappiamo i criteri che possono essere utilizzati per differenziare le rotture determinate dal SBD da altre tipologie di rotture. Infine, non esiste una definizione "ufficiale" o accettata di SBD, scrive Francesco Ferrini, professore ordinario di arboricoltura all’università di Firenze, in un articolo pubblicato dall’Accademia dei Georgofili.
Il precedente mortale
L’episodio di oggi riporta alla memoria un precedente tragico. Nel 2014, sempre nel Parco delle Cascine, un grosso ramo si staccò da un albero secolare in una zona molto frequentata, colpendo e uccidendo una donna e la sua nipotina di due anni. Anche allora la pianta non presentava evidenti segni di pericolo. La vicenda scosse profondamente l’opinione pubblica e avviò un primo piano straordinario di monitoraggio del verde cittadino.
Il polmone da 19mila alberi
Oggi il Comune monitora oltre 90.000 alberi in città, con più di 27.000 valutazioni visive all’anno. Solo nel Parco delle Cascine si contano oltre 19.000 alberi, tra cui una vasta popolazione di bagolari, pini, querce e aceri. Secondo valutazioni aggiornate, almeno 200 esemplari nel parco presentano un rischio “medio-alto” e sono sorvegliati con particolare attenzione. È qui che, due giorni fa, durante il concerto dei Guns N’ Roses, un ramo si è staccato all’improvviso ferendo una giovane donna.
Le nuove piantumazioni
Nel frattempo, prosegue la messa a dimora di 680 nuovi alberi nel parco, parte di un più ampio piano da 15.000 piantumazioni su tutto il territorio comunale entro fine mandato. Le nuove specie privilegiano varietà resilienti, capaci di tollerare meglio il caldo estremo e la scarsità d’acqua. Il Parco delle Cascine è il polmone verde di Firenze, ma anche un luogo fragile. Gli eventi atmosferici sempre più estremi — caldo, siccità, assenza di vento — modificano l’ecosistema arboreo. E con essi, aumentano anche i rischi per la sicurezza pubblica. «Monitoriamo costantemente, ma alcuni fenomeni, come il summer branch drop, sono imprevedibili», spiegano i tecnici comunali.
Le teorie a confronto
Dunque, non è detto che in questo caso come in quello del ramo caduto in testa a una venticinquenne due giorni fa si tratti di “summer branch drop”. Il prof Ferrini spiega: “Per spiegare il fenomeno sono state proposte varie teorie. Una sostiene che la caduta della branca si verifica perché gli alberi assorbono dal terreno molta acqua che poi rimane nei tessuti delle branche e non viene evapotraspirata. Il peso dell'acqua nelle giornata particolarmente calde del giorno provocherebbe perciò la rottura improvvisa delle branche. In alcuni casi, subito dopo l’improvvisa rottura di una branca, è stato osservato lo sversamento di acqua da entrambe le parti della branca stessa e questo è stato attribuito alla mancata evapotraspirazione. E ancora: "Un'altra teoria – continua Ferrini – è che lo stress idrico (sia la mancanza di acqua, sia il suo eccesso) determini l’aumento della concentrazione di etilene, un ormone vegetale. L'etilene è un gas che viene prodotto da tutte le piante e che influenza diversi processi come la crescita, lo sviluppo, e anche l'invecchiamento cellulare. La teoria è che la maggiore quantità di etilene agisca sui legami dei componenti delle pareti cellulari nel legno rompendoli e rendendo così le branche più propense al cedimento”.
Meglio migliorare i controlli
Ferrini conclude: “Entrambe queste teorie, comunque, non sono supportate da ricerche approfondite e questo fenomeno, pur se diffuso, non è stato ancora chiarito. È chiaro che la ricerca necessita di tempo e fondi, ma quanto costa la vita di una persona? Conoscendo meglio i fenomeni potremmo attuare un’adeguata prevenzione per ridurre il rischio, anche se esso, come è noto, non può essere annullato”.
La vera domanda, oggi come dieci anni fa, resta aperta: quanto è sicuro passeggiare sotto un albero nelle nostre città? E soprattutto, possiamo ancora permetterci di considerare "straordinari" eventi che si stanno facendo sempre più frequenti?