Il Tirreno

La nostra storia

Palazzo Serristori a Firenze si apre e rivela la sua bellezza: il viaggio tra i super appartamenti (e quanto costano)

di Sabrina Carollo
Una delle stanze
Una delle stanze

Da queste bellissime stanze sono passati Giovan Battista Niccolini, Lorenzo Bartolini, il marchese Gino Capponi e perfino Giacomo Leopardi

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FIRENZE. In queste stanze sono passati intellettuali e artisti come Giovan Battista Niccolini, Lorenzo Bartolini, il marchese Gino Capponi, e perfino Giacomo Leopardi, che definì la sua ospite “fatta per incantare spirito e cuore”. Palazzo Serristori è un luogo delle meraviglie in riva d’Arno, un tempo di proprietà della famiglia di cui porta il nome ma che nei secoli ha ospitato anche i Demidoff e la famiglia del fratello maggiore di Napoleone Bonaparte, Giuseppe, la cui figlia Charlotte aveva costituito qui un salotto culturale in cui convergeva l’élite culturale del tempo.

Dopo una breve parentesi in cui era stato convertito per funzioni amministrative statali è rimasto chiuso per diversi anni, ma oggi torna a splendere in tutta la sua magnificenza grazie all’intervento del tycoon taiwanese Nelson Chang, che lo ha acquisito con la sua società Ldc Hotels and Resorts (Ldc sta per Luxury, Dreams & Culture, tanto per dare l’idea della visione del magnate) per farne appartamenti di lusso. Innamorato dell’Italia e con un occhio diritto per Firenze, dove ha già acquistato palazzo Portinari Salviati – un tempo dimora della Beatrice di Dante – trasformato in una struttura ricettiva, e palazzo Vivarelli Colonna, Chang ha acquisito l’edificio nel 2020 per 24 milioni di euro. Dopo un paio di anni spesi per indagini strutturali e obblighi burocratici, nel 2023 sono cominciati i lavori, che si sono conclusi da poco.

Il risultato lascia a bocca aperta, per l’opulenza degli ambienti e la cura filologica con cui sono stati recuperati. Dodici appartamenti – in origine dovevano essere quattordici ma qualcuno aveva esigenze di spazio maggiore – che vanno dai 4 ai 15 milioni di euro a seconda delle metrature, variabili dai 170 ai 500 metri quadri (un paio sono ancora in vendita); un giardino privato di circa tremila metri quadri con piscina – l’unica privata in zona Unesco – di 13 metri, progettata per armonizzarsi con le due fontane laterali, decorate secondo uno stile che ricorda la grotta del Buontalenti nel giardino di Boboli; un’area benessere comune sotterranea, così come un salone per le feste condiviso al piano nobile di 250 metri quadri per quasi 13 metri di altezza, con autentici lampadari in vetro colorato di Murano del XVIII secolo, affrescato da Cosimo Ulivelli, Agnolo Gori, e Pietro Paolo Lippi per le nozze di Luigi Serristori e Camilla Riccardi, celebrate nel 1673, in cui spiccano gli stemmi delle famiglie più illustri dell’epoca. E una serie di stanze con stucchi e decorazioni da togliere il fiato, marmi, ori, perfino una sala con specchi dipinti, in un trionfo decorativo degno di una reggia, a cui si uniscono affacci strepitosi sull’Arno e sul centro di Firenze.

La storia

La dimora venne fatta costruire agli inizi del Cinquecento dall’ambizioso patriarca della famiglia, che dal Valdarno decise di trasferirsi a Firenze per la sua ascesa sociale, che lo portò inizialmente a imparentarsi con i Pazzi e in seguito a entrare nelle grazie dei Medici. Di quell’antico palazzo rimane solo l’ingresso da via de’ Renai con il bel portale incorniciato dalla pietra serena a raggiera e sormontato dallo stemma di famiglia, mentre il giardino, un tempo così imponente che la proprietà veniva chiamata “la casa degli orti”, venne ridotto nel tempo per consentire la costruzione del lungarno. L’edificio venne poi rimaneggiato e ampliato nei secoli fino a raggiungere l’aspetto ottocentesco che conserva oggi, grazie anche al meticoloso restauro condotto in collaborazione con restauratori e sotto l’occhio attento della sovrintendenza, pur adattando gli spazi a uno stile di vita contemporaneo. Per cui per esempio le utenze sono state fatte passare dai camini, per evitare di toccare le pareti affrescate; porte e finestre sono state recuperate e quando non possibile ricreate da maestranze specializzate sui calchi di quelle originali. Il parquet del salone delle feste è stato smontato pezzo per pezzo, risistemato e rimontato con precisione, mentre le pavimentazioni mancanti sono state ridisegnate sul modello di quelle esistenti. In uno degli appartamenti, un tempo parte dell’abitazione napoleonica, è ancora collocata l’antica stufa in ceramica decorata con scene mitologiche della manifattura Ginori, di cui esiste solo un altro esemplare al mondo; nell’ampio ingresso al piano terra si possono ammirare due enormi terrecotte invetriate dei Della Robbia che riproducono uno lo stemma dei Pazzi e l’altro quello dei Serristori. In uno degli appartamenti è ancora visibile la targa apposta per commemorare la scomparsa di Giuseppe Napoleone, il 28 luglio 1844. Dettagli che raccontano la storia prestigiosa dell’edificio, i cui nuovi proprietari sono in egual misura stranieri e italiani, imprenditori, scienziati, appassionati d’arte e di Firenze. 

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