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Uccisa dall’ex marito, l’appello del padre di Michela: «Chi conosce i violenti li denunci»


	A sinistra il bellissimo sorriso di Michela Noli, a destra con l'ex marito
A sinistra il bellissimo sorriso di Michela Noli, a destra con l'ex marito

Firenze, le parole di Massimo Noli: «Se non lo facciamo possiamo essere incriminati per omissione di soccorso»

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FIRENZE. «Se si viene a conoscenza dell’intento altrui di commettere un reato di violenza e se c’è la consapevolezza che la persona sia realmente in grado di mettere in pratica quanto afferma, allora si deve denunciare. Se non lo facciamo possiamo essere incriminati per omissione di soccorso». Lo ha dichiarato Massimo Noli, padre di Michela Noli, la 31enne uccisa nel 2016 dall’ex marito Mattia Di Teodoro a Firenze, a proposito della proposta di legge che è in corso di discussione al senato ha ricordato.

Noli è intervenuto a margine del convegno “Un altro genere di posizione: il ruolo degli uomini nel contrasto alla violenza alle donne e all’infanzia”, realizzato da Artemisia.

Secondo Noli serve «anche l’attivazione di un protocollo specifico al quale deve attenersi lo psicoterapeuta o il neurologo che ha in cura un paziente bipolare. Tale protocollo deve prevedere l’obbligo di rompere il segreto professionale».

Tra i partecipanti al convegno anche Federico Barraco, responsabile della comunicazione di Toscana Aeroporti e socio Artemisia, il direttore di Fondazione Cr Firenze Gabriele Gori, il segretario generale della Fiom Cgil Toscana Daniele Calosi. Oggi ci sarà anche l’inaugurazione di una panchina rossa proprio in ricordo di Noli al parco del Gasometro in via dell’Anconella a Firenze.

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