Fiorentina, la città adesso sogna e non solo la Champions
Moise accende di ambizioni e visioni le fantasia dei tifosi. La vittoria scatena la festa, cori e gioia sugli spalti e in strada
FIRENZE. Ore 17 (minuto più, minuto meno) di ieri pomeriggio, di un bellissimo pomeriggio di sole su Firenze – più da primavera inoltrata che da autunno che punta verso l’inverno – che diventa scintillante sopra lo stadio Franchi, anche se ormai sono già lunghe le ombre della sera (e sarebbe stata altrettanto piacevole e dolce): la Fiorentina ha appena battuto il Verona per 3-1 grazie alla tripletta di uno straripante Moise Kean (adesso sono 11 i gol in stagione per il centravanti che insieme a Comuzzo si è spostato nel vicino centro tecnico di Coverciano per rispondere alla convocazione di Spalletti, ieri in tribuna) e la classifica dice che la squadra viola è in testa con Napoli e Atalanta.
La città in fermento
Sì, non c’era scherzo e né inganno, e il posticipo serale tra l’Inter e gli azzurri partenopei ha solo trasformato il primo in secondo posto, ma nulla ha cambiato nella percezione e nelle sensazioni che stanno vivendo i tifosi viola e Firenze: la Fiorentina è lassù dove si lotta per i traguardi più alti, traguardi a cui nessuno vuole dare un nome specifico per non rischiare di svegliarsi da un sogno che è bellissimo. Il sogno che la gente presente al Franchi (quasi 23.000 spettatori ieri, ovvero tutti quelli che ci possono entrare adesso nello stadio a metà) ha subito fatto diventare entusiasmo da riversare poi sui calciatori che a fine partita si sono presi tutti gli applausi di questo mondo: al centro del campo, sotto la Curva Ferrovia diventata Curva Fiesole. Estasi pura, gioia irrefrenabile anche fuoi dallo stadio, per le strade con i clacson che così non si sentivano da tempo, anche se c’è ancora tutto da fare, ma non sarebbe nemmeno giusto dire che nulla è stato fatto. Perché sono stati conquistati venticinque punti in dodici partite, sono state scalate posizioni su posizioni dopo un inizio incerto dovuto a mille motivi, sono state messe insieme sei vittorie di fila in campionato come non succedeva dalla stagione 2017-18 con Pioli in panchina, e tutto questo il pubblico viola lo sapeva benissimo mentre tributava applausi e cori ai propri beniamini. A loro volta grati e ben felici di riceverli.
Il nuovo Batigol
La Fiorentina lassù dove – diciamolo sinceramente – nessuno s’immaginava di trovarla a questo punto, alla terza sosta della stagione con un terzo del cammino complessivo ormai alle spalle. Quindi, un percorso sì parziale, ma anche un percorso attendibile e indicativo di quello che potrà essere. Bar, luoghi di ritrovo, uffici, scuole: da oggi a Firenze non si parlerà che di una squadra protagonista con merito, di Kean come Bati-gol (si esagera, è vero, ma il terzo gol segnato ieri non poteva non ricordare il centravanti argentino per strapotere fisico), di Palladino che è stato bravo a trovare la soluzione giusta al momento giusto, di un gruppo che sembra perfetto per esaltarsi ed esaltare.
Non solo Champions
Si parlerà di tutto questo e di altro ancora, con la classifica sempre negli occhi e con il calendario sottomano per contare i giorni che mancano alla ripresa del campionato: per la Fiorentina sarà a Como domenica 24 ed è già facile immaginare le migliaia di sostenitori che avranno al loro fianco De Gea e compagni. Insomma, la sosta non ci voleva, mettiamola così. E i tanti tifosi che ieri pomeriggio sono rimasti all’esterno dello stadio a intonare cori e canti ben oltre la fine della partita in attesa dell’uscita dei calciatori, sta a dimostrare proprio la voglia di godersi il momento e di prolungarlo per due altre settimane: che saranno lunghissime, ma anche dolcissime.
Dal sogno all’epica
Che permetteranno a Ranieri e compagni di mirare e rimirare la classifica attaccata al Viola Park e di pensare che lo stesso starà facendo ogni singolo tifoso viola, consumando all’infinito giornali e telefonini. Fiorentina seconda in classifica dopo dodici giornate di campionato.
“Firenze, Firenze” hanno urlato i tifosi viola dentro allo stadio fino alle 17, poi fuori dal Franchi quando la partita era finita da due ore e nessuno voleva perdersi un momento di quell’atmosfera magica e nessuno voleva spezzare l’incantesimo creato dalla tripletta di Kean.
Non era un sogno: è Firenze che sogna. Non solo la Champions, ma qualcosa di più. Una storia controcorrente, che faccia epoca, una storia epica.
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