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Firenze, fa salire una 16enne in auto poi l’aggredisce e la violenta

Firenze, fa salire una 16enne in auto poi l’aggredisce e la violenta<br type="_moz" />

Chiesto il rinvio a giudizio per il presunto stupratore

26 novembre 2023
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FIRENZE. Avrebbe abusato di una ragazzina di 16 anni, dopo aver carpito la sua fiducia, averla convinta a uscire con lui e averla portata in auto in una zona isolata. Per questi motivi la procura di Firenze ha chiesto il processo per un uomo di 26 anni. Toccherà adesso al giudice, nel corso dell’udienza preliminare, decidere se disporre o meno il processo nei suoi confronti. In un primo momento il pm Giovanni Solinas aveva chiesto l’archiviazione, ritenendo che non vi fossero elementi che facessero ritenere che la ragazzina non fosse consenziente. Il gip tuttavia ha disposto l’imputazione coatta accogliendo la tesi dei legali di parte civile, secondo la quale la vittima non avrebbe opposto resistenza al rapporto perché paralizzata dalla paura.

I fatti, accaduti a Firenze, risalgono al 2018, quando l’imputato aveva 21 anni e la ragazzina ne aveva compiuti da poco 16. Il giovane, difeso nel procedimento dall’avvocato Filippo Maria Bougleox, era il fidanzato della sorella maggiore della sedicenne. Entrambi sono di origine straniera. La ragazzina era stata affidata a lui dopo che la madre e la sorella erano dovute rientrare urgentemente nel paese d’origine per motivi familiari. L’uomo avrebbe approfittato della fiducia riposta in lui dalla minorenne. Così, dopo aver cenato insieme l’avrebbe fatta salire sulla sua auto, ma invece di riportala a casa l’avrebbe condotta in una zona isolata. Una volta raggiunto un posto al riparo da occhi indiscreti, quando era ormai piena notte, avrebbe abusato di lei all’interno dell’abitacolo. L’adolescente, atterrita dalla situazione, non avrebbe opposto alcuna resistenza per paura di ritorsioni. Lui l’avrebbe fatta sdraiare sui sedili posteriori, e lei, incapace di reazioni, terrorizzata da quello che le sarebbe potuto accadere se si fosse rifiutata, l’avrebbe lasciato fare. Non avrebbe opposto nessuna resistenza, come confermato anche dal referto medico dell’ospedale pediatrico Meyer, da cui non emergono segni di violenza. La minorenne si è costituita parte civile nel procedimento, nel quale è assistita dall’avvocato Amelia Vetrone. In base alla ricostruzione dei fatti prospettata dalla vittima attraverso il suo legale, all’epoca aveva piena fiducia in quello che poi sarebbe diventato – secondo l’accusa – il suo stupratore. Dopo la partenza dei familiari per il loro paese di origine, era rimasta sola in Italia. Per questo motivo il fidanzato della sorella era diventato il suo principale punto di riferimento, la sola persona alla quale poteva rivolgersi in caso di necessità.

Ma proprio la figura che avrebbe dovuto prendersi cura di lei e proteggerla durante l’assenza dei parenti, sarebbe stata quella che si è approfittata di lei. Il consenso da parte della ragazzina, è una delle tesi sostenute davanti al gip nel corso dell’udienza di opposizione all’archiviazione, «non può essere dedotto dal fatto che la vittima non abbia opposto un’efficace resistenza all’aggressore». In questa ottica, l’assenza di lesioni da parte della vittima è da intendersi come il segnale di «un comportamento remissivo, anche successivo all’abuso, dovuto allo stato di paura».

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