Il Tirreno

Firenze

La condanna

Paolo Macchiarini perde il ricorso in Svezia e va in carcere. I trapianti alla trachea, la cattedra per “chiara fama” e la cella: la parabola del chirurgo


	Il chirurgo Paolo Macchiarini
Il chirurgo Paolo Macchiarini

La Corte Suprema svedese ha respinto il ricorso presentato dalla difesa lo scorso luglio. Nel 2008 Enrico Rossi lo volle alla guida del reparto di pneumologia al Careggi

31 ottobre 2023
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FIRENZE. La condanna in Svezia a due anni e mezzo di reclusione per Paolo Macchiarini è diventata definitiva. Lo scorso giugno il chirurgo viareggino era stato condannato dalla Corte d'Appello di Stoccolma per violenza aggravata nei confronti di tre pazienti cui aveva trapiantato trachee artificiali, senza che i suoi interventi avessero una giustificazione clinica. Ora la Corte Suprema svedese ha stabilito che non c'erano i presupposti per riesaminare il caso e ha respinto il ricorso presentato dalla difesa lo scorso luglio.

Per Macchiarini - anche se al momento non è chiaro dove si trovi - ora dovrebbe scattare la pena detentiva: nell'ordinamento svedese, particolarmente garantista, una condanna a due anni e mezzo di reclusione è considerata molto pesante e prevede automaticamente la reclusione. E' quanto scrive oggi il "Corriere Fiorentino".

Il chirurgo, un tempo celebrato come "il genio dei trapianti di trachea", ha operato in Spagna, Italia (all'ospedale fiorentino di Careggi), Stati Uniti, Russia e Svezia. Nel Paese scandinavo, tuttavia, l'assenza di una sperimentazione formale e i risultati disastrosi dei suoi interventi hanno portato i giudici a definire i suoi pazienti "trattati come cavie" e vittime di sofferenze inflitte inutilmente. E mentre a Careggi sui risultati di quattro dei cinque trapianti svolti da Macchiarini e il ruolo di chi operò con lui non è stata svolta alcuna seria revisione clinica (il quinto fu inserito a posteriori in una sperimentazione clinica del Centro nazionale Trapianti che poi lo valutò come "fallimentare"), al contrario in Svezia i controversi interventi di Macchiarini, oltre all'inchiesta penale, negli anni scorsi hanno portato a mea culpa e dimissioni collettive tra il Karolinska Insitutet (la prestigiosa accademia che assegna i premi Nobel per la medicina) e l'omonimo ospedale universitario. 

Tutto era cominciato nel 2008 a Barcellona, racconta il "Corriere Fiorentino", quando Macchiarini aveva fatto un trapianto di trachea "bagnata dalle cellule staminali" su una giovane paziente. Il clamore internazionale per quello che appariva un intervento pionieristico di strabiliante successo, aveva spinto l'allora assessore regionale toscano alla Salute, il futuro presidente Enrico Rossi, a riportare il chirurgo in Italia, per farne il nuovo primario di Pneumologia di Careggi e per conferirgli la cattedra da professore ordinario per chiara fama.

Scrive il "Corriere Fiorentino: "Il clima di giubilo era tale, che a farne le spese fu una commissione di accademici (trattati come 'baroni') che aveva fatto notare che il curriculum del chirurgo conteneva inesattezze e che non aveva i titoli per diventare ordinario". Macchiarini fu arrestato nel 2012 - su richiesta della Procura di Firenze, per ragioni non connesse ai trapianti, per le quali sarebbe stato poi assolto - mentre era in ospedale, subito dopo essere uscito dalla sala operatoria in cui, per l'ennesima volta, aveva portato sotto i ferri la prima paziente operata in Spagna.

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